Stasera su Raitre alle 22 andranno in onda due episodi (il 9 e il 10) di Gomorra, la serie sulla camorra ambientata a Scampia e ispirata al noto libro di Roberto Saviano, da cui era già stato tratto l’omonimo film di Matteo Garrone. La serie è stata trasmessa da Rai Tre a partire dal 20 gennaio ogni sabato per sei settimane. Stiamo quindi giungendo alle ultime puntate della faida tra la famiglia di Don Pietro Savastano (interpretato da Fortunato Cerlino) e Salvatore Conte (Marco Palvetti) per il controllo del traffico di droga a Scampia e Genny, il figlio del boss destinato a raccogliere l’eredità del padre e diventare il capo della famiglia, porta scompiglio nel clan mettendo da parte gli storici alleati di suo padre per dare spazio alle nuove leve, portando persino il fedelissimo Ciro (Marco D’Amore), a tramare vendetta.
La serie, prodotta da Sky e trasmessa in prima visione su Sky Atlantic, è stato l’evento dell’anno ed ha fin da subito ottenuto un grandissimo successo di critica e pubblico. Merito di una produzione di alto livello tecnico e del regista Stefano Sollima (insieme a Claudio Cupellini e a Francesca Comencini per gli ultimi 5 episodi), ma anche di bravissimi attori e un’ottima sceneggiatura che attraverso personaggi sfaccettati e complessi per dodici puntate ha mantenuto sempre alta la tensione e il ritmo serrato. Abbiamo visto quindi il boss Don Pietro finire in carcere al 41 bis e l’ascesa al potere della moglie Imma, fino ad arrivare al vero protagonista, il figlio Genny (la rivelazione Salvatore Esposito) che da impacciato e un po’ bamboccione si trasforma in uno spietato e violento boss.
Gli episodi di stasera sono particolarmente pesanti, perché sono incentrati sulla storia di Daniele, un ragazzino sedicenne fino a poco tempo prima onesto meccanico, che viene indotto da Ciro a collaborare con i Savastano, con tutte le conseguenze del caso per sé e la sua fidanzata. Tutta roba vera, perché è proprio così che fa la camorra nei rioni di Scampia, usando i ragazzini con la promessa di facili guadagni. I rimandi alle vicende reali, da cui del resto ha preso spunto anche Saviano, sono continui, per esempio l’episodio incentrato sulla strage di africani avvenuta a Castel Volturno oppure l’ascesa di Genny che rispecchia la lotta di qualche anno fa degli scissionisti del clan Di Lauro, che fece innumerevoli morti.
Questa violenza assoluta viene presentata in modo crudo ed estremamente realista, senza nessuno sconto. Non ci sono i buoni, gli affetti, la pietà, c’è solo la lealtà verso il proprio clan, “la famiglia” per cui bisogna essere pronti a tutto e non farsi scrupoli nell’ammazzare chiunque sia riconosciuto come nemico. E in questa scelta coraggiosa di realismo molto pulp (coraggiosa in quanto si tratta di un prodotto per la tv) sta la grandezza e il successo della serie, una vera anomalia nel panorama delle produzioni italiane e per questo sicuramente da vedere! Attendiamo con ansia la seconda stagione, già confermata.
Ecco il trailer: