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Gomorra, La serie: Saviano diventa il cantore della camorra

Da Pukos
Gomorra, La serie: Saviano diventa il cantore della camorra

Un film come Gomorra racconta, con straordinaria forza, la realtà mafiosa napoletana: oltre ai libri e alla cronaca quotidiana si aggiunge un film a documentare un mondo che non riguarda tout court la criminalità organizzata ma comprende una vera e propria cultura mafiosa radicata nel tessuto sociale e per questo tanto più difficile da affrontare e debellare.

Ebbene Saviano, con Gomorra La serie, ha fatto un salto di qualità, enfatizzando la camorra con il rischio concreto di creare dei miti negativi. I protagonisti abietti di quel mondo diventano degli eroi capaci di lavare le proprie colpe in virtù delle imprese criminali che compiono, di riscattarsi agli occhi di tanti giovani meridionali imbevuti di cultura mafiosa, che vedono in loro modelli da seguire per raggiungere potere e rispetto.

Ho l’impressione che Saviano, rispetto alla camorra, si sia lasciato troppo coinvolgere a tal punto da diventarne l’inconsapevole(?) cantore, lui stesso ne avrebbe subito la pericolosa fascinazione – alcune espressioni dello scrittore, in effetti,  tradiscono una vicinanza di linguaggi e di codici comunicativi – come quando definì “guappo di cartone” un esponente dei Casalesi che lo aveva minacciato.

L’impatto di Gomorra, La serie, sortisce pericolose reazioni: tanti (settentrionali) consolidano convinzioni e pregiudizi negativi (è una realtà spaventosa, son tutti così…); altri (meridionali) ne traggono negative suggestioni, convincendosi che la camorra in qualche modo è legittimata, giustificata: quanti giovani meridionali si lasciano irretire dal suo potente fascino, moltiplicato dalla narrazione cinematografica?

Gomorra La serie, in ultima analisi è una mera operazione commerciale: Saviano ha sacrificato sull’altare del profitto quell’ideale culturale di lotta alle mafie da cui era coraggiosamente partito.

Gomorra non è più un fatto culturale ma uno spettacolo poiché esalta ciò che doveva essere condannato senza appello.  Da scrittore napoletano mi dispiace dirlo, ma Saviano mi pare stia cavalcando, con sapiente regia, il filone d’oro della camorra, da uomo simbolo di lotta alla criminalità organizzata, a creatore di pericolosi miti: la camorra ringrazia.

Riccardo Ianniciello scrittore


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