Stasera andranno in onda su Rai 3 alle 22 le ultime due puntate di Gomorra, la serie. Vedremo quindi lo scontro finale tra Genny (Salvatore Esposito), giovane boss della famiglia Savastano e Ciro (Marco D’Amore), il suo braccio destro, mentre una scioccante rivelazione su Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino), il padre di Genny in carcere lascerà tutti senza parole, facendo aprire nuovi scenari sulla seconda stagione già annunciata e che andrà in onda nel 2015 su Sky Atlantic. In queste due puntate della serie, che ha preso spunto dall’omonimo libro di Roberto Saviano, tutti i nodi vengono quindi al pettine e si scatena la violenza più assoluta. Le giovani reclute, tutti ragazzini per lo più adolescenti, non hanno ormai più rispetto per gli anziani del clan e decidono di eliminarli uno ad uno senza pietà, facendo scoppiare così una vera e propria guerra di camorra per le strade di Scampia. Ma i veri e propri colpi di scena riguardano la puntata finale e tutti i membri più importanti della famiglia Savastano, donna Imma, Don Pietro e lo stesso Genny, che si troveranno finalmente faccia a faccia con i loro nemici, che si annidano in realtà proprio all’interno della famiglia. Tutto sfocia chiaramente in un fiume di sangue…
Si conferma quindi il successo della serie, prodotta da Sky e trasmessa in prima visione su Sky Atlantic, che è stata l’evento dell’anno ed è diventata in poche settimane un cult, grazie ad una produzione di alto livello tecnico e dei regista Stefano Sollima (insieme a Claudio Cupellini e a Francesca Comencini per gli ultimi 5 episodi), ma anche di bravissimi attori e un’ottima sceneggiatura che ci ha tenuto incollati per dodici puntate di alta tensione.
Marco D’amore interpreta Ciro,l’Immortale in “Gomorra, la serie”
La serie non è stata però esente anche da alcune critiche, perché molti non hanno gradito il fatto che si mostrasse solo un lato di Napoli e dei napoletani e in definitiva non si facesse una bella pubblicità alla città, oltre a mitizzare alcune situazioni e personaggi creando delle pericolose imitazioni. Roberto Saviano, in un articolo pubblicato su Repubblica, ha difeso la serie così:
“Il nostro punto di partenza era questo: il peggior modo di raccontare il bene è farlo in modo didascalico. Tutti cattivi? Sì, in quel mondo non ci sono personaggi positivi, il bene ne è alieno. Nessuno con cui lo spettatore può solidarizzare, nel quale si può identificare. Nessun balsamo consolatorio. Nessun respiro di sollievo. Lo spettatore, in maniera simbolica, non doveva avere tregua, come non ha tregua chi vive nei territori in guerra. Quindi la visuale doveva essere unica. Nessuna salvezza per nessuno. Polizia, società civile, sono state messe in secondo piano perché così è nella testa dei personaggi che raccontiamo. Quindi nessuna via di fuga narrativa, nessuna quota di bontà pari a quella della cattiveria. Non una serie in cui ci sono ” il cattivo irredimibile, il cattivo che si redime, un buono con delle ombre e il buono redentore”. Con la storia di sangue e la storia d’amore. Questa dialettica così classica e così scontata non serve più a un paese che è andato culturalmente oltre”.
In questo interessante video prodotto da L’Espresso potete vedere cosa pensa effettivamente la gente di Scampia sulle vicende mostrate nella serie e sul quartiere in cui vivono:
Tutti pronti quindi stasera per un finale che vi terrà con il fiato sospeso fino all’ultimo istante, aspettando la seconda stagione!
Ecco il trailer: