E' quanto sottolinea Roberto Saviano in un'intervista a Sky Atlantic Hd trasmessa nell'ambito della presentazione oggi a Roma dell'anteprima del colossal Tv in 12 episodi «Gomorra - La Serie», il cui debutto nei primi due episodi e' atteso per il 6 maggio su Sky Atlantic Hd. Il Colossal e' stato realizzato da Sky con due delle maggiori società italiane di produzione televisiva e cinematografiche, Cattleia e Fandango, in collaborazione con La7 e in associazione con Betafilm.
Il primo ciak e' stato battuto nel marzo 2013 per la regia di Stefano Sollima (lo stesso della serie cult Romanzo Criminale) che ha curato anche la supervisione artistica. Dietro la macchina da presa anche Francesca Comencini e Claudio Cupellini e un maxi cast di giovani attori legati al territorio su cui spiccano tra tutti Marco D'Amore, Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone, Salvatore Esposito, Marco Palcetti e Domenico Balsamo. Prima ancora del suo debutto Tv, Gomorra la Serie ha destato l'interesse dei principali mercati televisivi internazionali e già oggi e' stata venduta in 40 Paesi tra cui gli Stati Uniti.
Dal libro, al film, alla serie, quanto c'e' di realtà e quanto di fiction, perche' un racconto seriale?
«Perche' - ha fatto notare Roberto Saviano in un'intervista a Sky - mi ero reso conto che erano rimaste fuori tante storie e una serie avrebbe potuto raccontarle».
Che garanzie ha chiesto in fase di sviluppo?
«La garanzia - ha risposto lo scrittore - che ho chiesto agli sceneggiatori e allo stesso Sollima e' stata soltanto una: noi raccontiamo i meccanismi della reltà, non la semplifichiamo, non la traduciamo neanche. Non indichiamo soluzioni. Noi dobbiamo raccontare. La garanzia che ho chiesto e' stata soltanto questa. Dal momento in cui si e' deciso di stare dentro questo metodo - ovvero raccontare la ferocia ma allo stesso tempo la stupidità, non rendendo nulla etico, ma neanche temendo di mostrare qualcosa che in qualche modo attrae - dal momento in cui ho capito che questa era anche la volontà dei produttori, degli sceneggiatori e del regista, ho riconosciuto il mio progetto».
Saviano ha fatto notare che era importante girare a Scampia e non in altri luoghi perche' Scampia e' protagonista, e' un attore, non e' una quinta che puoi ricostruire, e' il dna della serie«.