Gone Girl di David Fincher: la post-recensione

Creato il 11 dicembre 2014 da Postscriptum

David Fincher ha sempre saputo come mandare avanti un film dal contenuto ansiogeno e cupo, con una storia veramente contorta e personaggi che non mostrano mai il loro vero volto o che, a seconda di come li si voglia leggere, ne mostrano fin troppi. Pensate a Seven o a Fight Club e vi farete un'idea di quello che sto dicendo.

Gone Girl sublima questo concetto. Ti tira a destra e poi a sinistra, ti da degli strappi in una direzione per poi trascinarti in un altra, finisce un guaio e se ne crea uno ancora più grosso la cui soluzione è peggiore del guaio stesso. Confusi? E' proprio quello che volevo poichè una volta che hai letto che Gone Girl, l'ultimo tra i film di David Fincher, è stato portato in Italia con il titolo L'amore Bugiardo non sai cosa aspettarti appena seduto davanti allo schermo.

Premessa: ci pensiamo noi amanti del cinema a dire a chi di dovere di smetterla di fare queste traduzioni sconsiderate dei titoli dei film? Lo capiscono questi signori che il sottotitolo L'Amore Bugiardo è fuorviante per un thriller psicologico della portata di Gone Girl?

Fatta la premessa, parliamo del film.

Nick e Amy sono due trentenni americani che si incontrano per caso e finiscono per stare insieme e sposarsi. Trasferitisi nel paesino natale di lui - dove comincia il film - cominciano a sorgere dei problemi che scopriremo durante lo svolgimento della trama. La scintilla della storia è la scomparsa di lei. Da questo punto in poi seguiremo le indagini e ci faremo la nostra idea su come sia andata la faccenda e i fatti ci daranno ragione. Sembra..

Fincher porta sullo schermo un romanzo che negli USA conoscono bene ma che da noi non è proprio in cima alla lista delle vendite e credo che non lo diventerà presto a causa delle strategie di marketing che faranno lievitare il prezzo del libro dopo l'uscita del film omonimo. Gone Girl vuole mostrare la pressione spicologica che si genera intorno ad una storia di scomparsa: da un lato ci sono i familiari della persona scomparsa che devono fare i conti con colpe autoinflitte, colpe vere e scheletri riposti faticosamente nell'armadio mentre dall'altra c'è l'opinione pubblica che ci mette poco a giudicare e condannare per poi rimangiarsi tutto poco dopo in nome di sentimentalismi e romanticherie da quattro soldi.

Nick non è il marito modello di quella che ci viene presentata come una moglie algida e distante che ha paura del marito fino al punto di temere per la sua vita; dal canto suo Amy sembra innamorata e appassionata ma soprattuto ricambiata dal marito. Cos'è successo allora?

Fincher gioca con noi che guardiamo il film proponendoci interrogativi a cui siamo tentati di rispondere e per dimostrarci che nella realtà 2+2 non fa sempre 4, che le prove indiziarie di una caso non sempre raccontano veramente quello che è successo. Inoltre, come sempre accade nei suoi film, i protagonisti sono profondissimi e difficilissimi da comprendere ad un primo impatto, ci vuole un bel po per entrare in empatia con essi e anche quando ci si riesce tutto quello che fanno non appare chiaro come dovrebbe essere.

Premettendo che non sono un ammiratore di Ben Affleck, devo dire che in questo film ha lavorato con l'espressività come non aveva mai fatto, o comunque come io non mi ero mai accorto che facesse. C'era bisogno di rappresentare un ragazzotto della provincia americana tutto principi e gentilezza e Affleck lo caratterizza molto bene. Purtroppo per lui Rosamund Pike è anche meglio nel ruolo di Amy: se posso dare un parere personale, la sua espressività è perfetta per rappresentare i mille mutamenti che Amy ha in questo film. La amerete e la odierete ma non potrete mai non notare che c'è. Rosamund l'ho conosciuta nel film La Versione di Barney e mi aveva colpito molto anche se, per gusto puramente personale, fisicamente non buca lo schermo.Una menzione particolare la voglio dare a Neil Patrick Harris, si, proprio lui, il Barney Stinson di How I Met Your Mother, che finalmente riesce a scrollarsi di dosso la ruggine di quella sitcom imbecille e senza senso per approdare in un progetto di gran lunga migliore. Personalmente lo ricordo molto centrato anche in Starship Troopers.

Gone Girl è un film assolutamente da vedere perchè vince nella trama, nel ritmo, nella regia e nel cast ma soprattutto perchè risponde ad un regola aurea: è uno di quei film in cui dovete stare attenti perchè se vi sembra di aver capito tutto vuol dire che non state capendo niente. Avete presente Donnie Darko o I Soliti Sospetti?

Tags: ben affleck, david fincher, gone girl, rosamund pike


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