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Gonna Start A Revolution From My Bed

Da Julesdufresne

Ieri seratina allegra. Oddio, il mio concetto di seratina allegra: schifezze per cena e poi a letto con il moroso, a guardare vecchie puntate di Blu Notte sul portatile. Ehm, e non solo. Comunque: dopo svariati mesi di totale, integerrima sobrietà, ieri sera ho assunto una quantità di alcool pari grossomodo a quella contenuta in un tappo da colluttorio. O in un tappo di colluttorio, se la vostra droga è il Listerine. La cosa simpatica è che io l’alcool lo reggo pochissimo, e mi provoca effetti curiosi, effetti che vado ad illustrarvi nella:

:: FENOMENOLOGIA CRONOLOGICA DELL’ESPERIENZA ALCOOLICA DUFRESNIANA ::

(Sottotitolo: chiedetevi perché praticamente sono astemia)


Prima fase, detta anche “bomba del sesso”

Prima ancora di terminare il primo bicchierino, divento peggio della protagonista di un video degli Aerosmith. Sorrido lasciva anche ai ficus benjamin. Mi struscio contro le cose e le persone. Mi compaiono due cazzetti stilizzati nelle pupille. Mi lecco le labbra. Il moroso in carica, se è nei paraggi, capisce di aver fatto un affare a scegliere me, e ingenuo e speranzoso, mi offre un altro drink.

Seconda fase, detta anche “narcolessia”

Appena metto il naso nel secondo bicchiere, mi addormento di botto. A nulla valgono gli appelli disperati (“Jules, Jules, ehi! Ehi! Sveglia! Dai, avevi i cazzetti negli occhi… Jules!”), a nulla valgono gli scossoni più o meno rudi (avrei potuto tranquillamente andare avanti a dormire nel mezzo dello sbarco alleato, mi fossi addormentata su una spiaggia francese una sessantina di anni fa). Il ragazzo ex-speranzoso è costretto ad accantonare momentaneamente i sogni di gloria, e i ficus circostanti restano molto delusi.

Terza fase, detta anche “questa è scema”

Il sonno di cui al secondo punto non è mai di lunga durata, e quando mi sveglio, di solito, ho subito una preoccupante regressione all’infanzia. (Ho avuto un’infanzia bizzarra). I cazzetti pupillari sopramenzionati sono sostituiti da rosei, avventurosi ammassi gelatinosi di nome “Bluby”, la narrazione delle cui gesta eroiche è interrotta da frequenti, incontrollati sbuffi di risatine isteriche. Il baldo giovane, se è ancora nei dintorni e mi ama davvero, sa benissimo chi è Bluby e perché le sue avventure sono così fondamentali. Alla terza fase segue, nella quasi totalità dei casi, un sonno lungo, pacifico, ininterotto e rigenerante.

Quarta fase, detta anche “uh”

Detto in soldoni: aprire gli occhi e non capirci una beneamata mazza. Stamattina, per esempio, mi sono svegliata che avevo addosso solamente i calzini, infilata per traverso nel fondo del letto. Il perché dei calzini è stato abbastanza facile da scoprire (la larghezza del letto è di dodici centimetri inferiore alla lunghezza di una Jules, quindi li lasciavo penzolare oltre il bordo e avevo avuto freddo durante la notte), ma la ragione di fondo di quella configurazione curiosa mi è tornata in mente soltanto dieci minuti fa. Io non vi dico qual è, e voi prendetelo come un esercizio di pensiero laterale (illustrato!)

Gonna Start A Revolution From My Bed


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