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Maledetto 2013. Anche Roger Ebert se ne è andato, dopo dieci anni di strenua lotta contro il cancro che lo aveva ridotto all'ombra di se stesso... ma che non aveva mai, neppure per un secondo, intaccato la sua bravura e la sua graffiante ironia. Quando scriveva, Ebert era sempre all'apice della forma. Appena tre giorni fa aveva annunciato il suo "leave of presence", il suo desiderio di rallentare un pò la corsa e ritirarsi gradualmente per occuparsi del suo sito e recensire solo i film che voleva davvero recensire. La vita ha davvero uno strano senso dell'umorismo. A 70 anni, dopo una carriera stellare (letteralmente, dato che si tratta del primo ed unico recensore cinematografico ad aver ricevuto una stella nella Walk of Fame di Hollywood) il buon vecchio Roger ci ha lasciato. Nessun altro recensore è mai stato altrettanto famoso, influente, osannato,temuto e odiato allo stesso tempo. Il suo giudizio ha risollevato carriere e affossato altrettanti film, e la sua penna- o tastiera che dir si voglia- ha recensito un numero spropositato di film di tutti i tipi. I suoi duelli televisivi con l'amico/nemico Siskel sono ormai leggendari. E' una frase abusatissima, lo so, ma abbiamo perso un pezzo di storia. Un uomo che aveva ancora tanto, tantissimo da dire, e che lo avrebbe detto dannatamente bene. Persino io, recensore barbone in un angolo sperduto della Rete, ho un enorme debito nei suoi confronti. (Studi cinematografici, ricordate?) E anche se non condivideva le mie opinioni riguardo ai videogames- e nemmeno quelle su di un paio di film- l'ho sempre considerato una sorta di maestro spirituale. "Your intellect may be confused, but your emotions never lie to you." E' una delle sue citazioni migliori, e scommetto che la troverete ovunque in questi giorni di lutto e ricordo. Grazie di tutto, Roger. E finchè starai sulla tua nuvoletta guardando Quarto Potere e mangiando gelato alla vaniglia... veglia su di noi poveri recensori sperduti.
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