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Google “+1″, come dire: “Votami che vado più forte!”

Creato il 04 aprile 2011 da Antonio Conte

Secondo te Google ce la farà a stare ancora fermo davanti al fenomeno Facebook? La risposta è ovviamente “NO!” Cosa stanno preparando allora su Montain View? Riassumiamo in breve, di seguito, l’offensiva di Google a Facebook.

Sembra si tratta di un controllo cognitivo, con risvolti nel controllo della vita sociale degli utenti, che ormai si può dire abitano in Internet. Le cose potrebbe spostarsi nella direzione favorevole a Google, ma la domanda è Facebook resterà a guardare? E, li utenti cosa faranno? Quale sarà il loro ruolo in questa battaglia tra titani per il controllo della ‘Parola”?

Riassumiamo:

  • Google Profile” - pannello simile alla tradizionale scheda di Facebook, ogni utente può crearne uno per inserirvi le proprie informazioni; foto, link, varie info personali e professionali, siamo gia abituati a questo non solo da Facebook, Viadeo e Linkedin,
  • “Google Buzz” – ripreso ed incorporato nel pannello Google Profile e serve a condividere link, a commentarli ed a cliccare “mi piace”; vedi Facebook, Twitter, ecc.
  • “Google +1″ – ora si potranno votare le ricerche più interessanti  e condividerle con i loro contatti. Come il “Mi Piace” di Facebook.

Così facendo i profili personali di Google volano in cima ai risultati di ricerca, nella prima pagina. Parola! Prova e vedrai! I rumors, cioè anticipazioni, ma anche le aspettative possibili e le contromosse del Gigante erano circolate in rete intorno già a Dicembre scorso, e  parlavano di una novità tecnologia di tipo “sociale“, che riprendeva il “dejà vue” “Like” o “Retweet”. Ed ecco che sono arrivati il ieri (ndr. 31 marzo 2011) , verso le 11:07:00 AM ora Americana. Signori, sul Blog americano ufficiale Google veniva ufficialmente varato il “+1”.

Come provarlo in anticipo (funziona solo sui siti Americani ma si vede anche in italia)

Ecco le basi da conoscere, sarà la croce e delizia per importanti innovazioni SEO e alla Social Research.

Per implementarlo spostatevi nell’area “experimental lab di Google“, cliccate sull’esperiemento “+1″, fate il log a Google col vostro account, sulla Home Page cliccate sotto su “Google.com English”, il test funziona solo in inglese, per ora. Fate quindi, una ricerca con le vostre keywords e vedrete comparire nei risultati delle serp, il tastierino “+ 1″ da cui poter votare il risultato. I vostri contatti vedranno il voto attribuito e  nel Google Profile, potrete vedere  una nuova tab con i vostri risultati.

Come funziona +1?

E’ semplicissimo. Previa registrazione a Google, consiste nell’introduzione di un pulsante “+1” al lato dei risultati delle SERP, che permette di “votare” un determinato link attribuendogli cosi un peso maggiorato di “+1″ quando viene cliccato.

Le possibilità per chi visualizzerà successivamente lo stesso risultato saranno due:

  • Se l’utente è connesso con la vostra rete sociale: sarà visibile un link generato nel risultato delle SERP, con il nome dell’utente che ha votato il link, che dà la possibilità di esplorare il suo profilo di “Google Profiles” e analizzando la tab generata ad hoc, chiamata “+1’s” sarà possibile anche visualizzare tutte le votazioni effettuate da quella persona.
  • Se l’utente non è connesso con voi, semplicemente non vedrete i dati personali di chi ha votato il link, ma saprete quante persone hanno votato con +1 quel link.

Cosa cambia per le aziende e gli specialisti in SEO (Social Engineering Optimization)?

L’innovazione del bottone “Google +1″, secondo Matt Cutts, è un ulteriore progresso di Google per perfezionare la Social Search che nasce dall’esigenza di registrare il comportamento sociale degli utenti, ovvero come essi condividono o pubblicano contenuti interessanti per renderli visibili innanzitutto alla propria cerchia di conoscenti.

Dal punto di vista tecnico, questo nuovo pulsante, implica interrogativi su come possa influenzare le ricerche, e quindi il posizionamento dei link nei risultati. Tema portante è la direttrice del cambiamento che sembra proprio analizzare la rilevanza emotiva, e la percezione sociale di un dato contenuto, ovvero:

RILEVANZA > SOCIAL SENTIMENT > Posizionamenti in Cima ai risultati

Ora la preoccupazione è: “Cosa accadrà allo stato attuale dei posizionamenti? Chi salirà e chi sprofonderà? Avere ragione non conta più, avere la verità scientifica potrebbe essere inutile, ma conta avere una comunità di affezionati amici. Conta essere maggioranza. Serve quindi il numero. Così funziona in democrazia. Infatti, sembra tornare al vecchio gioco dei partiti – gioco di italiana memoria – e delle tessere di una una volta? Noi, staremo a vedere, ma intanto le aziende preparino i piani dell’Ingegneria Sociale. La formazione interna del personale farà la differenza, mentre il destino delle aziende più piccole sembra già segnato.

“Tuttavia – afferma Matt Cutts – questo cambiamento è fondamentale perché genera le raccomandazioni in modo più naturale e provenienti da persone che contano, al momento giusto e nel modo giusto”. Ricordate il Feedback di Ebay? Alla fine niente di nuovo. “Precisiamo che comunque questa è una fase sperimentale del progetto, pertanto non si sa quanto posso modificare le cose nell’immediato”. Noi si pensa invece a cosa farà l’italiano medio, con il suo carattere innovativo, di fronte a questa novità.

A mio modesto avviso!

In un certo modo piace l’idea di poter decidere in bene ed in male sui contenuti pubblicati. Non mi piace dover etichettare le persone come appartenenti ad una cerchia, un Social Network o altro. Semplicemente le persone sono sole, nel loro valore di unicità e sevra da appartenenze, men che mai a Facebook che a Google, ma poter far scivolare in basso ai risultati i contenuti più datati, meno interessanti, meno validi, meno belli, ecc, può essere una strada percorribile. Sta di fatto che la maggior parte sia ancora poco abituata a queste innovazioni, e si rischia di aumentare il Digital Divide e falsare la percezione del mondo dei meno preparati tecnologicamente. Vuoi vedere che ancora una volta la conoscenza separa, piuttosto che unire?

Antonio Conte

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