Google contro le pratiche SEO, con Panda sono inutili

Da Numapompilio @Numa_Pompilio

In un'intervista Matt Cutts, ingegnere Google, dichiara come, con il nuovo algoritmo di indicizzazione Panda, le tecniche SEO tanto di moda oggi siano ora del tutto inutili. Google infatti premierà esclusivamente il contenuto e non la forma
SEO sta per Search Engine Optimization, ovvero ottimizzazione per i motori di ricerca, ed è quella serie di tecniche e "trucchetti" che vengono utilizzati affinchè alcune particolari pagine web siano meglio indicizzate dai vari motori di ricerca. In parole povere è la tecnica utilizzata per far comparire determinate pagine ai primi posti delle ricerche web.
Negli ultimi anni, con l'esplosione della connettività di massa e con l'ormai consolidato "monopolio" Google, è nato un vero e proprio mercato attorno a questo tema.
Si son venute a creare nuove "figure professionali" che fanno delle tecniche SEO il proprio valore aggiunto. Le grandi aziende (e chi se lo può permettere) investono molto denaro in questo campo perchè una migliore visibilità sul web equivale ad un maggiore ritorno economico.
Oramai la visibilità sul web non può prescindere dalla visibilità su Google. La quasi totalità delle ricerche web viene effettuata tramite il portale di Mountain View.
Come non tutti sanno, l'algoritmo che Google utilizza per indicizzare le pagine web non è di pubblico dominio e viene continuamente cambiato, aggiornato ed adeguato ai cambiamenti tecnologici sempre più repentini.
Questa dinamica ha portato gli esperti SEO a "rincorrere" gli aggiornamenti degli algoritmi implementati da Google cercando di capirne e di intuirne il funzionamento.

Un grande cambiamento lo si è avuto proprio nel 2011. Stiamo parlando di Panda, l'ultimo algoritmo di indicizzazione utilizzato da Google.
Panda è stato pensato per combattere tutti i "furbetti del web" che, tramite pagine costruite ad hoc, riuscivano a raggirare i motori di ricerca ottenendo un enorme traffico che veniva monetizzato attraverso la pubblicità.
Panda dunque premia le pagine in base al loro contenuto, non badando molto alla forma con la quale queste vengono presentate.
Google ha dato vita ad un team, specializzato nel combattere questi furbetti, capeggiato da Matt Cutts.
In una recente intervista, Cutts ha così risposto ad una domanda che gli chiedeva se le pagine web trattate con tecniche SEO erano effettivamente privilegiate rispetto alle altre:
"Solo perchè qualcuno mette tutti i puntini sulle i o scrive un perfetto codice HTML, non significa che abbia dei buoni contenuti meritevoli di essere premiati“
“Anche se realizzate pagine tecnicamente stupide e vi sparate sui piedi, questo non significa che non abbiate dei buoni contenuti. E noi vogliamo farli trovare a chi li cerca“

Ed infine: “Google sta facendo di tutto affinchè nessun sito debba ricorrere al SEO"


Sembra dunque che gli esperti SEO avranno vita dura in futuro. Google ha tutte le intenzioni di non mollare e di raffinare sempre di più i propri strumenti. La strada verso la comprensione semantica del testo è spianata, è solo questione di tempo.
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