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Google dedica il doodle di oggi a Hannah Arendt

Da Franzrusso @franzrusso

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Per i 108 anni dalla nascita che si celebrano oggi, Google dedica un doodle a Hannah Arendt, filosofa e scrittrice tedesca. Amava definirsi teorica politica e le sue opere si concentrarono sul totalitarismo e sul concetto di democrazia diretta

Quello che vediamo oggi sulla homepage di Google è dedicato ad una delle personalità più importanti del ‘900. In occasione dei 108 anni dalla nascita che si celebrano oggi, sul motore di ricerca più usato troviamo una dedica a Hannah Arendt, filosofa, scrittrice, giornalista tedesca considerata da tutti una delle più influenti pensatrici del secolo scorso. Il doodle la ritrae tra i libri evocando lo stile tipico del ‘900. Il doodle non ha una visibilità globale, è infatti visibile in alcuni paesi come Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Islanda, Lituania, Corea del Sud, Indonesia, Brasile, Argentina, Sud Africa, Nigeria, Ghana, Kenya e Senegal. Non è visibile negli Usa dove la Arendt ha vissuto per molti anni, divenendone poi cittadina.

La decisione di emigrare dalla Germania nel 1933, all’età di 27 anni, fu dettata proprio dalla mancanza di diritti nel suo paese in quei tempi, dalle sue origini ebraiche. Nel 1937 il regime nazista le revoca la cittadinanza tedesca e fino al 1951, anno in cui divenne cittadina americana, visse una condizione di assenza di diritti.

Hannah Arendt viene spesso ricordata come filosofa, ma questa era una etichetta che lei stessa rifiutava in quanto sosteneva che “gli uomini e non l’Uomo vivono e abitano sulla terra”, in contrasto proprio con la filosofia che invece tende a focalizzarsi sull’Uomo singolo.

Tra le sue opere più importanti va ricordata certamente “Vita activa. La condizione umana” del 1958 ed edito in Italia da Bompiani nel 1964, con cui esplora lo sviluppo storico dell’umanità.

Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità.” [Hannah Arendt da "Vita Activa. La condizione umana"]

Allo stesso modo vanno anche ricordate “La banalità del male“, un resoconto sul processo all’ufficiale nazista Adolf Eichmanne anche “Le origini del totalitarismo“, del 1951, dove trattò anche lo stalinismo, che le inimicò le sinistre occidentali. Un’opera, quest’ultima, frutto delle ricerche della Arendt sull’intreccio tra morale e politica e l’analisi del nazionalsocialismo.

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