Come oramai la maggior parte degli utenti saprà, nonostante il sistema operativo Android sia estremamente diffuso tra i produttori di smartphone, molti di loro hanno in comune una cosa: la presenza delle applicazioni di Google. Recentemente, per poter ottenere il permesso di pre-installare le GApps, Google ha reso le regole leggermente più ferree.
Tra le nuove restrizioni ci sarebbe l’obbligatorietà di pre-installare 13 delle applicazioni native di Google (Chrome, Maps, Drive, YouTube, Gmail, Google+, Play Music, Play Movies, Play Books, Play Edicola, Play Games, Google+ Foto e Google+ Hangouts), di abilitare la gesture dello swipe verso l’alto per l’attivazione di Google Now o, se lo smartphone in questione è dotato di tasto fisico, una pressione prolungata su di esso, posizionare sulla home screen la barra di ricerca Google in maniera persistente ed una cartella che contenga tutte le GApps prima citate.
Inoltre, al momento dell’accensione del terminale, deve essere necessariamente riportata la dicitura “Powered by Android”, così da far sapere al consumatore che effettivamente, dietro la personalizzazione grafica del produttore, c’è sempre il sistema operativo Android.
Regole ferree ma che servono a Google per mantenere il proprio dominio sull’industria mobile. Sicuramente non sarà poi un grande problema per i produttori sottostare a queste regole.