Qualche tempo fa, non ricordo dove, lessi la battuta: “Google è decisamente donna. Non ti dà il tempo di finire una frase che ha già pronti i suggerimenti”.
Mica tanto.
Vediamoli, questi suggerimenti:
“Le donne devono stare a casa”
“Le donne devono stare zitte”
“Le donne devono lavorare”
(Guarda l’immagine)
Con buona pace dell’emancipazione.
Si tratta del famigerato “completamento automatico“, che aiuta a visualizzare ricerche simili a quella che stiamo digitando.
In base a cosa? Ovvio: all’attività di ricerca degli utenti.
In pratica Google non fa che proporti ciò che gli viene chiesto più spesso.
E se, digitando la parola “donna”, “ragazza” o “bambina”, escono consigli sessisti, è semplicemente perché il Web ha ancora connotazioni prevalentemente maschili, di quegli stessi uomini che piuttosto che chiedere informazioni si perdono, ma la sera, nella privacy della loro stanza, si fanno spiegare da Google come stare al mondo.