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Tuttavia, si tratta di uno strumento da usare con intelligenza, se vogliamo che le descrizioni che ne ricaviamo siano credibili e abbiano il "sapore" giusto.
La questione mi si è presentata in questi giorni. Come forse sapete, sto lavorando a un romanzo di un paio di anni fa per migliorarlo. Uno degli aspetti a cui vorrei dare maggior risalto è proprio l'ambientazione, che non rappresenta solo uno sfondo, ma ha una parte abbastanza rilevante nella storia. La località che ho scelto non esiste, ma è ispirata liberamente a un luogo ben preciso che conosco, ci sono stata diverse volte in passato, si tratta di una scogliera un po' particolare. Il mio primo pensiero è stato di tornarci per verificare di persona l'esattezza di alcune descrizioni e aggiungerne altre, ma purtroppo questo posto non è più aperto al pubblico, qualcuno ha ben pensato di privatizzare la strada d'accesso (grrrrr!). E così ho pensato di usare Google Earth, che mi ha un po' aiutata a rinfrescare la memoria.
Parlo di rinfrescare la memoria per un motivo ben preciso. Non credo abbia senso usare le immagini satellitari di Google Earth, né quelle 3D della modalità Street View per creare delle descrizioni nei nostri romanzi, a mano che non abbiamo comunque visitato di persona i luoghi. A mio avviso, scrivere una storia ambientata per esempio a Londra se non ci siamo mai stati e non la conosciamo abbastanza bene, sarebbe ridicolo. Non ci si può basare solo sulle mappe e le foto, nonostante la mole di informazioni e le ricostruzioni disponibili.
Oltre a questo aspetto, ci sono altri limiti, dei quali mi sono ben resa conto nelle ricerche di cui parlavo sopra. Da una foto, un video o un giro virtuale non si ricavano le stesse impressioni che si hanno recandosi sul posto di persona. Oltre alla componente visuale, ci sono altre percezioni di cui non ci si può fare un'idea. La realtà di un posto non è data solo da ciò che l'occhio vede, ma anche da ciò che catturano gli altri sensi.
C'è poi anche l'aspetto "umano" da considerare, per quanto riguarda in particolare i luoghi cittadini. Se qualcuno volesse ambientare una scena del suo romanzo nella piazza del Colosseo ai tempi nostri, potrebbe servirsi della ricostruzione della zona data dalla modalità Street View, ma non avrebbe alcuna coscienza della realtà che circonda e impregna quel luogo, la folla dei turisti, i "gladiatori", le bancarelle, tutta la "fauna" di persone che frequenta i dintorni.
E con l'atmosfera di un luogo, come la vogliamo mettere? Quelle sensazioni poco identificabili che un posto ti trasmette non vengono trasmesse quasi mai neppure da una bellissima fotografia professionale. Che stato d'animo si prova a contatto con un particolare luogo? Che emozioni suscita?
Tra l'altro, la zona che avrei voluto visitare virtualmente aveva foto a bassa risoluzione, pochissimi dettagli erano visibili, e mi sono potuta fare solo una rapida idea. Una delusione, in un certo senso, ma utile per riportare alla memoria alcuni particolari. Il resto l'ho dovuto ricavare dalla fantasia, che posso usare senza problemi trattandosi di un luogo inventato.
A parte questi limiti, Google Earth e Street View costituiscono preziosi strumenti per farsi un'idea di un posto e per definire meglio alcuni elementi, in modo particolare se "gli esterni" che avete scelto per il vostro romanzo sono cittadini e magari anche famosi. E penso che costituiscano un ottimo punto di partenza per far partire l'ispirazione.
Inoltre, danno modo di verificare con esattezza dettagli come le distanze, i nomi, il meteo, ecc. allo scopo di dare maggiore credibilità a quello che scriviamo. Nel caso possa essere utile per il lettore avere queste informazioni, ovviamente, altrimenti diventa infodump!
Usare questi strumenti senza installare necessariamente il programma, è molto semplice. Basta andare su Google Maps e cliccare su Earth. Da lì potete esplorare qualsiasi luogo (inserendo l'indirizzo o le coordinate), con una visuale dall'alto oppure, se esiste la possibilità, potete farvene un'idea più ravvicinata con la modalità Street View (simboleggiata dall'omino) che vi conduce a visitare virtualmente e tridimensionalmente la zona.
Fate uso abitualmente di questi strumenti per le descrizioni ambientali dei vostri romanzi? Condividete con me l'idea che abbiano forti limiti?
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