Ecco alcune considerazioni su quello che al momento si può definire, senza esagerare, il fenomeno web del momento, cioè Google+. E’ questa la risposta di Google a Facebook? Vedremo, intanto eccon un punto di vista interessante.
Premetto: non ho un profilo su Google+. Ho più o meno consapevolmente deciso di lasciare andare avanti gli altri, complice l’afa assassina che mi immobilizza i neuroni. Francamente, faccio già una fatica tremenda a gestire adeguatamente tutto il “social ordinario” (vale come giustificazione? Mah). Questo non significa che l’argomento non sia interessante: basta leggere tutti i post pubblicati sui blog di comunicazione, Linkedin, Twitter, Facebook ecc, ecc, ecc. In effetti ne stiamo parlando anche adesso.
Spulciando fra i commenti di coloro che lo stanno sperimentando, mi pare di notare una cosa interessante,ovviamente controvertibile: quasi tutti coloro che hanno attivato un profilo su Google+ sono addetti ai lavori o “avanguardie”. Ovviamente il numero chiuso degli invitii ha fatto la sua parte. Per spirito d’iniziativa ho fatto una piccola indagine di nessun valore statistico su Facebook con una domanda: avete attivato un profilo su Google +? Risposte possibili: Sì, No, Cos’è?
La risposta? Non è “No”, ma “Cos’è?”.
Ribadisco che la domanda non ha alcun valore statistico, ma mi ha fatto pensare: la maggior parte delle persone (che conosco, per lo meno) è pigra, non è motivata a sperimentare, tanto che, a ogni variazione della grafica di Facebook, una discreta quota aderisce a gruppi di protesta per tornare allo status quo.
Sono persone che spesso utilizzano degli strumenti social senza comprenderne del tutto la portata (e poi si spaventano guardando Report) semplicemente perchè lo trovano divertente. Perciò perchè aprire un profilo su un nuovo, social quando tutta la gente che mi interessa è già su Facebook?
Ovviamente per “nuovo” intendiamo un social network con finalità simili a quelle di Facebook, non come LinkedIn, per fare un esempio: stiamo partendo dall’assunto che Google+ sarà un concorrente del leader di settore.
La sola ragione per cui la maggior parte dei miei contatti migrerebbe altrove (o gestirebbe due profii in parallelo) sarebbe la possibilità di entrare in un’esperienza del tutto nuova, un po’come fu nel passaggio fra My Space e Facebook (facendo un parallelo azzardato).
So che il fatto di non poter provare G+ in prima persona mi obbliga a vagliare le testimonianze indirette, per di più di esperti del settore, ma mi chiedo: Google+ sarà davvero così coinvolgente, innovativo e semplice da superare la barriera del “comodo e noto” e a imporsi come alternativa a Facebook?
Autore del post è Simona Forcella, un’appassionata di comunicazione e di social marketing, con una particolare attenzione al mondo del turismo da cui proviene.