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Google perde il dominio oogle.com

Creato il 27 luglio 2012 da Andy04 @stilegamesnews

Google sconfitta si lascia scappare oogle.com
Spesso il possesso di nomi di dominio importanti determina il successo di un azienda e di solito in una vertenza legale la forza e l’importanza dei contendenti determina alla fine la proprietà del dominio stesso, ma questa volta non è andata così e Google non è riuscita a strappare il dominio oogle.com ad un utente che l’aveva registrato nel lontano 1999.Purtroppo, naturalmente per il colosso americano, a volte non è possibile dimostrare il dolo di una registrazione di un nome dubbio e nel caso di oogle.com è andata proprio così e Google non potrà appropriarsene a causa di una decisione del tribunale che proprio non riesce a digerire.

Oogle.com praticamente non esiste come sito, visto che sulla homepage contiene solo un logo rosa su uno sfondo nero; l’assonanza con il dominio Google.com era notevole e il colosso di Mountain View sperava di riuscire a dimostrare il fatto che la registrazione del dominio fosse avvenuta con finalità tendenti ad approfittare soprattutto delle enormi opportunità che sarebbero emerse dalla semplice e frequente digitazione errata della homepage più importante e visitata al mondo.

Questa tecnica è detta in gergo “typosquatting“, ma alcuni elementi hanno spinto la giuria a dare ragione al legittimo proprietario, che potrà quindi manternere il dominio. Oogle.com risulta essere registrato da Christopher Neuman, fondatore della compagnia Blue Arctic e la registrazione del dominio è avvenuta nel 1999 a favore di un amico; a quei tempi Google non era che una promessa che solo in pochi conoscevano e infatti appare strano che la registrazione sia avvenuta per sfruttare il marchio che ancora nessuno apprezzava.

Il colosso americano allora ha tentato di dimostrare come Neuman avrebbe cercato di vendere il dominio anni dopo al prezzo di 600 mila dollari, ma qui lo stesso Neuman, non negando affatto l’addebito, spiega  di non aver commesso nessun reato, mettendo in vendita una cosa di sua proprietà.

E nonostante la soluzione non convinca proprio tutti il National Arbitration Forum ha deciso di non sottrarre il dominio al legittimo proprietario adducendo come motivazione il fatto che all’epoca dell’acquisto il gruppo di Mountain View non deteneva ancora il trademark che oggi voleva difendere.


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