(Foto: Google)
L’inclusione di Android all’interno del programma è stata una novità del 2015 e ha avuto un impatto decisivo sull’aumento delle ricompense concesse dal gigante dei motori di ricerca. E se da un lato due milioni in un anno possono sembrare una somma consistente (dall’istituzione del programma ne sono stati spesi più di sei, anche se a Google non manca certo quel tipo di liquidità), dall’altro c’è da considerare il doppio beneficio che consegue da un investimento del genere: intanto il lavoro di questa armata di benevoli hacker senza volto aiuta a rafforzare le maglie del sistema; inoltre la presenza di un fondo di questo tipo evita che un eventuale sviluppatore si trovi in mano una vulnerabilità potenzialmente dannosa e cerchi di farla fruttare rivolgendosi ad acquirenti diversi da Google. The post Google spende 2 milioni di dollari all’anno per cercare bug appeared first on Wired.