Google in questi giorni sta testando i nuovi banner giganti, che si andranno a inserire dove non erano mai stati visti, cioè sulle pagine di Google durante una normale ricerca. Infatti avviato una specifica sperimentazione con la quale i banner non solo arrivano sulle SERP, ma ne occupano anche una porzione estremamente importante della pagina.
Il gruppo sta effettuando una piccola sperimentazione legata alle query relative a grandi brand tra cui Virgin e almeno altre 30 compagnie.
La notizia è trapela tramite un post su Twitter e dall’immagine in allegato è facile vedere la pagina della ricerca è attraversata da un banner di grandi dimensioni, sotto al quale compaiono alcuni link correlati. L’inserzione sembra occupare gran parte della parte più “appetibile” della pagina, rendendo così estremamente meno importanti tutti gli altri link legati alla ricerca effettuata. La veridicità dell’immagine trapelata è confermata dalla stessa Google, secondo cui l’esperimento sarebbe effettivamente in atto su un ridotto numero di utenti a livello internazionale.
L’intenzione sarebbe quella di consentire ad alcune grandi aziende di pubblicare una grande inserzione sulle pagine del motore nelle quali la ricerca sia fortemente inerente al brand che si intende promuovere. Sarebbero circa 30 le aziende fin qui coinvolte (tra le quali figura anche la Virgin), ma Google spiega che il progetto è oggi soltanto in fase sperimentale: si sta valutando il comportamento degli utenti per capire se l’idea possa proseguire oltre.
L’inserzione sarebbe composta da due parti distinte: nella parte superiore compare una immagine di grandi dimensioni, opzione a disposizione dell’inserzionista; nella parte inferiore compaiono alcuni link correlati, frutto degli algoritmi del motore nell’analisi del sito legato all’inserzionista.
Inevitabilmente alla memoria torna però la promessa che Google fece nel 2005 in concomitanza con l’annuncio di un accordo strategico con AOL: a firma di Marissa Mayer (oggi CEO Yahoo), il gruppo prometteva che non avrebbe mai portato banner, pop-up o altri formati invadenti sulle proprie pagine. Il “mai” finale suonava come una promessa di lunga durata, che a distanza di 8 anni sembra però aver perduto di efficacia. Mai dire mai, insomma: neanche per Google, e soprattutto se in ballo vi sono grandi capitali, grandi partnership e novità che tutto sommato l’utenza imparerà ad accettare in tempi relativamente brevi.