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Goool!

Creato il 26 aprile 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Goool!

Anno: 2013

Distribuzione: Koch Media

Durata: 106′

Genere: Animazione

Nazionalità: Argentina/Spagna

Regia: Juan Josè Campanella

Data di uscita: 29 Maggio 2014

In principio è stata l’idea nata dal racconto breve “Memore di un’ala destra” del vignettista e scrittore argentino Roberto Fontanarrosa, in arte “el Negro”: a Gaston Gorali, produttore e co-scrittore piace la storia di due squadre che da avversarie dividono per un lungo periodo di tempo lo stesso spazio narrativo che è il campo da gioco, al punto tale da non riuscire a concepire un mondo diverso; finchè non realizzano piano piano che unendo le forze si può lottare e andare avanti insieme. Cinque mesi dopo la storia entusiasma talmente tanto Juan Josè Campanella, premio Oscar nel 2010 per “Il segreto dei suoi occhi”, che non solo accetta di collaborare alla sceneggiatura ma chiede di curarne anche la regia.

Alla sceneggiatura contribuiranno successivamente Axel Kutchevatzky, produttore associato, e lo scrittore Eduardo Sacheri, che in diciotto mesi mettono insieme la storia e sviluppano le idee per la creazione del film; negli otto mesi che seguono Nelson Luty e Mariano Epelbaum, direttori artistici, cercheranno di tradurre in immagini il lavoro degli sceneggiatori; dai racconti dello stesso Gorali sembra di assistere ad una vera e propria partita di calcio, fatto di continui scambi e “passaggi di palla” tra scrittori e disegnatori. La squadra in campo è pronta per il fischio d’inizio: quattrocento persone tra artisti, produttori, programmatori e tecnici di più di quindici differenti nazionalità e per Campanella, che proviene dal cinema e ancora prima dalle serie televisive (tra cui Law and Order – Unità Vittime Speciali), inizia una nuova avventura: “Ho sempre amato l’animazione ma, purtroppo, si trattava di un’area per me impossibile da esplorare, dato che richiedeva la necessità di disegnare manualmente le immagini, un’abilità che io non ho. Provengo dal mondo dell’informatica, sono un tecnico del montaggio, ed ora che l’animazione è approdata sui computer posso sedermi insieme ad un animatore e parlare con lui la stessa lingua, il che è per me un notevole miglioramento; permette una maggiore creatività e una migliore comunicazione”

La lavorazione del film dura più di tre anni e diventa una co-produzione ispano-argentina grazie alla partecipazione del produttore Jorge Estrada Mora che ha lasciato a Campanella tutta la libertà creativa necessaria per fare “Goool!”: “Abbiamo definito lo stile del film poco a poco, attraverso tentativi ed errori e dopo una serie di esperimenti. Doveva trattarsi di una creazione e di un mondo compatibili con l’animazione 3D, traducibili nel linguaggio del computer e, allo stesso tempo doveva essere un’opera unica e originale”

La storia si sviluppa in più livelli di narrazione; c’è una cornice, la più classica della narrativa di tutti i tempi, un padre che racconta al figlioletto una storia; Amadeo, protagonista della storia è un ragazzo timido e inconsapevole del proprio talento e delle proprie potenzialità al punto tale da vivere una vita “parallela” attraverso il suo biliardino, non rendendosi conto del mondo che gli gira intorno. Un giorno viene sfidato da Grosso, un ragazzo prepotente ed egoista che perde la sfida e promette di tornare per prendersi la rivincita. Tornerà anni dopo, più viziato ed egocentrico che mai, diventato campione del calcio e intenzionato a comprarsi il suo vecchio villaggio per farne un parco di divertimenti e costruirci uno maestoso stadio. Durante la demolizione del bar dove si trova il biliardino, i “piccoli” calciatori vengono scaraventati in una discarica dove avverrà qualcosa di magico: prenderanno vita, dando forma ad un’altra “storia nella storia”, e riusciranno a ritrovarsi e a superare le rivalità, in maniera a volte esilarante. Nel frattempo Amadeo e la sua amica Laura (di cui è segretamente innamorato) sfidano Grosso e la sua squadra di campioni, i Galacticos (gli Assoluti nella versione italiana) a calcio (quello vero!): se Amedeo e i suoi vinceranno, riavranno il loro villaggio e Grosso non costruirà più il parco di divertimenti. I novanta minuti di partita, racchiusi nell’ultima parte del film, si susseguono in maniera serrata e avvincente, tra i rocamboleschi passaggi di palla della squadra di Amadeo e l’intervento dei “piccoli” calciatori.

L’effetto che si ottiene è sorprendentemente reale; ma aldilà dell’animazione, supervisionata da Sergio Pablos degli Spa Studios (Cattivissimo Me, Asterix e I Vichinghi), traspare dalle storie che si intersecano l’esortazione ad uscire dal guscio virtuale che ci si forma per evitare di buttarsi nella vita vera; il ragazzino preso dalle nuove tecnologie, il cui padre gli racconta la storia; Amadeo, completamente immerso nel calcio balilla; il Grosso, chiuso in un mondo auto-referenziale e auto-celebrativo; i “piccoli” calciatori del biliardino, costretti ad uno spazio limitato e abituati a considerare avversari quelli con la maglietta di colore diverso. Chi proverà in qualche modo a sconfinare nell’altra metà campo andando incontro agli altri, farà gol. “Sai com’è il calcio, potrebbe accadere qualunque cosa”.

Anna Quaranta


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