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Gorée la porte sans retour /Sofiane Boudhiba /L'Harmattan/Il libro del week-end

Creato il 11 ottobre 2014 da Marianna06

 

 

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Quali erano il tasso e le cause di mortalità tra gli schiavi africani imbarcati sulle navi negriere e deportati nelle Americhe tra il XVI° e il XIX° secolo?

E' quello che si domanda Sofiane Boudhiba in questo suo saggio.

In base alle ricerche, tutte documentabili, si stima infatti che su 12 milioni di schiavi più di un milione abbia perso la vita nella tratta atlantica.

L'autore è professore di demografia all'Università di Tunisi e specializzato in particolare nella storia della mortalità in Africa.

Quando egli entra nel merito di questa contabilità tiene conto non solo della traversata e delle condizioni in cui erano costretti a vivere gli schiavi ma anche  e sopratutto della situazione di partenza.

E cioé delle condizioni di vita e quelle abitative durante la detenzione e permanenza nell'isola di Gorée (Senegal) prima di dover affrontare il lungo viaggio.

L'isola di Gorée, tristemente famosa, era notoriamente uno dei principali porti d'imbarco per il Nuovo Mondo.

Tra le domande che si pone Boudhiba c'è ,ad esempio, se i negrieri avessero effettivamente i mezzi necessari per prevenire la morte dei loro "passeggeri".

E certamente anche la volontà .

In quanto gli schiavi erano per loro moneta contante e i decessi senz'altro un danno economico.

 

                    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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