Parrebbe un controsenso, ma leggendo questo Gotico Americano di William Gaddis, è proprio questo ciò che traspare, perlomeno nella parte iniziale.
I primi due capitoli infatti, in pratica un quarto dell’intero libro, producono nel lettore una sensazione ambigua: da un lato c’è quella scrittura apparentemente difficile dove il dialogo e le descrizioni si rincorrono senza mai raccontare le cose in tempo reale, mentre dall’altro c’è una situazione di stress psicologico che viene alimentata in maniera davvero efficace.
Ecco allora che tutti i piccoli avvenimenti, siano essi una telefonata, il suono del campanello oppure la semplice apertura di una porta, vengono intuiti di volta in volta dagli elementi che si aggiungono al dialogo e dalle finestre che si aprono e chiudono all’interno del dialogo stesso.
Difficilmente ci si trova a leggere ad esempio che il telefono comincia a squillare; ben più facilmente capita che all’interno di un dialogo ad un certo punto qualcuno sbotti: “Ma insomma vuoi rispondere una buona volta a quel maledetto telefono?” al che si deduce che il telefono sta suonando da un po’.
Questo modo di scrivere apparentemente complicato sembrerebbe non in grado di produrre una lettura lineare e scorrevole; in effetti la velocità di lettura ne viene abbastanza rallentata e il lettore di quantità si accorge che le pagine scorrono più lentamente del solito.
Tuttavia arrivati al termine dei primi due capitoli ci si ritrova con un carico di attesa, di ansia e magari di nervosismo psicologico nei confronti di alcuni dei personaggi, Paul in primis, che viene da chiedersi quale meccanismo abbia prodotto un tale risultato quando la lettura pagina dopo pagina dava un’impressione di poca efficacia.
Emozioni contrastanti quindi: questo continuo tornare indietro di due o tre righe per essere certi di aver capito, è un aspetto che alimenta la voglia di abbandonare la lettura; viceversa la descrizione di una situazione complicata e con poche vie di uscita incrementa la curiosità e la voglia di sapere come andrà a finire e quindi la lettura è destinata a proseguire.
Poi la narrazione prosegue secondo un ritmo che viene scandito dall’ingresso nella casa dei vari personaggi e dai loro lunghi e poco equilibrati dialoghi.
Tra questi dialoghi, il più interessante è indubbiamente quello che riporta una lunga esternazione riguardante la stupidità e l’ignoranza e che vede l’insegnamento nelle scuole della teoria evoluzionista in contrapposizione a quella creazionista, oltre a diversi altri aspetti riguardanti simili forme di fondamentalismo religioso occidentale che meriterebbero un dibattito molto più approfondito ed acceso.
Ma si uscirebbe dal commento al libro e si entrerebbe nell’ambito dei convincimenti personali.
Tempo di lettura: 8h 31m