Ti cerco fra i netti tagli del tempo,
fra le vocali del vento respiro
il ricamo di questo sentimento,
disegno un angolo acuto tra i confini dell’anima
per inviare il messaggio
che le frecce del cuore dipingono in un raggio,
scia di stelle che sono voce del buio.
Sempre tu,
mitico battito e zingara lingua senza patria
che metti le radici nel mare dell’ignoto,
mentre navigo in isole sperdute di promesse mai spezzate.
Sogno che tesse il futuro dei sospiri
e attende la magia di un’antica tradizione
chiamalo per nome:
quella parola cresciuta
da chiunque e madre di nessuno
canta l’attimo fuggente
di un petalo nascente .
Filari di ciglia si battono
per non amare
di gotico amore
questo viaggio.
Francesca Ghiribelli