Vista la recessione perché, chiede il direttore del Sole 24 Ore, il governo ha puntato prima sulle riforme istituzionali, invece che su quelle economiche? “Le riforme strutturali – spiega ancora il ministro – sono la caratteristica fondamentale della strategia del governo”.E' un deja vu, il ragionamento di Padoan.
E, è il ragionamento di Padoan, quelle istituzionali sono decisive “perché hanno un impatto molto importante sul funzionamento dell’economia”.
Il ministro argomenta con due ragioni: “Semplificazione del processo legislativo e certezza della durata dei governi. Fattori importanti – aggiunge Padoan – per stabilizzare la fiducia e le aspettative di imprese, famiglie e investitori internazionali”. [Padoan intervista sul Sole 24 ore]
Governi forti, portano ad economie forti, perché i mercati si fidano solo della stabilità.
Ma abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle quanto questo non sia vero.
I primi mesi del governo Monti, erano di una stabilità assoluta: le riforme Fornero, pensioni e lavoro, sono state approvate all'unanimità (la seconda un po' meno per la verità).
Effetti positivi sul paese? Nessuno.
Certo lo spread si è abbassato, con effetti positivi sui conti (meno interessi da pagare sui nostri titoli), ma il debito è aumentato, la disoccupazione è peggiorata.
I mercati vorrebbero governo stabili e credibili.
Le famiglie vorrebbero governi che si occupano dell'economia reale.
A che serve una democrazia dove le leggi del governo (e non quelle del Parlamento) si approvano in fretta, se poi le leggi sono sbagliate?
Il secondo governo B. è durato tutta la legislatura, ha riforma giustizia e legge elettorale, ma l'economia è rimasta al palo (si cresceva a ritmi dell'1%).
Le aziende hanno a disposizione tanti strumenti per tagliare il personale e, con le ultime riforme del lavoro, si è precarizzato tutto il precarizzabile (la UIL stima un crollo del 20% dei contratti a tempo indeterminato nel 2013).
Non vorrei che l'uscita di Padoan fosse legata alle tensioni tra Palazzo Chigi e ministero. E che servisse una certa rassicurazione, per evitare un'altra estate a combattere con lo spread.