Non voglio scrivere un post troppo lungo, ma ci sono alcuni punti che vorrei fossero chiari dinanzi ai fatti politici e giudiziari della cronaca odierna: il nostro Paese è un benemerito casino politico-istituzionale, un pasticcio senza capo né coda, un brulicare di malpancisti, malaffaristi, opportunisti e privilegiati gné gné e pò pò.
Oggi il Governo è stato battuto per un voto – un voto! – in Parlamento. Si potrebbe ridere di questa cosa, e anzi, sono certo che i sinistrati d’Italia ridono a crepapelle. E forse darei loro pure ragione se i Governi di centrosinistra (sì, quelli orripilanti e amorfi governi di Romano Prodi) non avessero fatto fine ben peggiore. Ma è chiaro non c’è poi tanto da ridere, se ci si ferma a riflettere un attimo. Non a caso, è lecito chiedersi come sia mai possibile che un parlamentare, uno solo, o se vogliamo sei o sette, possano pregiudicare un voto così importante al Parlamento, fino a mettere in pericolo la maggioranza di Governo! Come è possibile che la nostra Costituzione – quella da alcuni definita addirittura la più bella del mondo – sia stata scritta talmente con i piedi, da rendere il nostro paese un manicomio politico, dove l’ultimo degli eletti, pagato peraltro a peso doro e completamente deresponsabilizzato davanti ai propri elettori, possa decidere se il Governo di un paese sta in piedi oppure cade.
Assurdo! Mi chiedo come sia stato davvero possibile un simile risultato. L’unica idea che mi viene in mente è che il nostro assetto istituzionale sia stato progettato in piena malafede da una politica che non voleva responsabilità definitive e voleva rendere precari i Governi per garantire e garantirsi la tutela dei propri interessi particolari attraverso l’arma del ricatto. Altrimenti non spiega come cazzo mai il nostro paese non riesce a formare Governi stabili, duraturi e soprattutto capaci di fare politica e non teatrino di quart’ordine.
D’altro canto, il settore giudiziario – anche perché fortemente intrecciato con quello politico – non è che vada meglio. La giustizia è allo sfascio completo ed è lenta, eppure a seconda dei processi, diventa veloce e solerte, come non mai. E che dire poi della «guerra» fra Procure che si sta tristemente consumando tra Napoli e Bari, e che vede nel mezzo gli ispettori del Ministero? A sentire il Procuratore Capo di Napoli, il Ministro con l’invio degli ispettori cercherebbe di delegittimare l’attività dei PM partenopei. Dico io: ma che dichiarazioni sono queste? La legge prevede la possibilità per il Ministro, quando ravvisi irregolarità, di inviare tutti gli ispettori che desidera. Il Ministro è dotato di un autonomo potere di iniziativa disciplinare nei confronti dei magistrati. E allora dove sta il problema? Se i PM applicano l’art. 200 c.p.p. per «sollevare» il difensore dell’indagato dal segreto professionale, il Ministro deve star zitto e muto, nonostante siano state le Camere Penali a fare l’esposto? La legge è per caso uguale per tutti, ma nel caso dei magistrati è più uguale? Decidiamoci!
Un macello completo, insomma. Tra destra e sinistra, nord e sud, giustizia e politica non ci si raccapezza più. Il nostro è una melodramma italiano senza fine, noioso, ripetitivo e persino isterico e patetico. Un caos che ci sconforta e ci rende sempre più consapevoli della profonda incapacità della nostra classe dirigente di percepire e tutelare quelli che sono gli interessi dei cittadini. E questo perché è talmente preoccupata di tutelare i suoi particolarismi, i suoi privilegi e i suoi benefici, che il resto del paese può anche andare alla deriva… o se vogliamo essere più volgarotti ma dannatamente incisivi: a puttane.
Mi chiedo, perciò, perché non sono nato in un paese serio? Magari negli USA? O persino in Francia, in Germania o in Gran Bretagna? Mi sarei accontentato persino di Banana Republic, oggi indubbiamente un’opzione migliore rispetto a questa Italia umiliata da una classe politica e giudiziaria fra le peggiori del mondo.
di Martino © 2011 Il Jester