Non vorremmo fare le cassandre, anche se prima o dopo qualcuno dovrebbe spiegare che Cassandra aveva ragione, tuttavia manteniamo il significante dispregiativo caro agli ignoranti e proseguiamo nel dire che visto che coi mondiali c’abbiamo preso, proviamo a buttarla lì: non sarà che entro la fine del 2010 il governo cadrà?
All’inizio non sembrava una cosa seria ma adesso il re è nudo e Lancillotto è pronto a spassarsela con Ginevra. I numeri dei transfughi finiani sono più sostanziosi del previsto e la sensazione è che la Lega non resterà a guardare a lungo.
Mr B. è alle corde, è vecchio, nervoso e pure un po’ grasso, basso come sempre, in ogni senso. I cani da guardia alla Minzolini sono all’abbaio compulsivo e la quantità imbarazzante di crimini perpretati dai consiglieri di Cesarino straborda dal tappeto di leggi e leggine tessuto per occultarli.
A guardare il quadro sembra la resa dei conti, l’unica cosa che non è certa è il risultato.
Fini per vincere deve prendersi il partito nella sua interezza se no rischia la rutellata e l’emarginazione di fatto, ripiombando in una riserva politica da cui ha fatto tanto per uscire, da Fiuggi in avanti.
Dalla sua ha il fatto che conosce il suo mestiere e quel libretto che si chiama Costituzione con cui prima o dopo tutti devono fare i conti, persino Mr B.; quello che ha contro è il pecorame nazionale per cui il berlusconismo rappresenta un’ambizione e non una vergogna.
Forse solo le elezioni ci faranno capire se l’elettore di destra è tanto abbagliato dalla Briatore way of life da tralasciare cosine come il diritto, la giustizia, il senso della misura e della vergogna.
Vivessimo in Inghilterra il risultato sarebbe scontato, nella terra dei fan di Riina nulla lo è.