Governo Monti: Cresci Italia? Il mistero della riforma del lavoro

Si conclude il 2011, il professor Monti, come ogni leader, dispensa auguri a destra e a manca, un pò urbi et orbi, chiedendo agli italiani di non curarsi dell’andamento dello spread, proprio ora che tutti conoscono il significato del termine, mentre, sino a qualche mese fa, solo gli addetti ai lavori sapevano quanto potesse essere pericoloso l’oscillamento frenietico dello spread.

Intanto il Pd ed il Pdl sono sempre meno soddisfatti di questo governo di cattedratici, la Lega ha ripreso il suo look da vulgata, lo stesso con cui era entrato in Parlamento una ventina di anni fa e così, sproloqui e parolacce sono tornate all’ordine del giorno.

Intanto la Lega Nord mostra il meglio di sè  insultando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con una contestazione piena di gestacci e parolacce, il peggio deve ancora avvenire, ma questo triste show tutto italiano dovrebbe pur terminare.

Intanto il timido professore, accusato di essere uomo dei Poteri Forti, continua con il suo aplomb tutto britannico ad andare avanti con delle nuove misure che chiama Cresci Italia. Evidentemente dicono i maligni, non poteva proprio salvarlo questo Paese.

La nuova fase del governo Monti secondo quel che si legge dovrebbe puntare sulla crescita e gli intenti dell’esecutivo non possono che passare da una riforma del mondo del lavoro. Nel testo firmato dal Professore pare ci sia una maggiore precarietà. Attualmente i dati del ministero del Lavoro,hanno dimostrato che in  Italia esistono 34 tipi di contratti atipici, essi  riguardano i lavoratori under 30 alle prime esperienze lavorative, secondo quanto è emerso il governo dovrebbe ridurre le forme di contrattualità atipica  e nel contempo dovrebbe inserire una sorta di  contratto unico, valido per i nuovi assunti, dovrebbe essere a tempo indeterminato, ma consentirebbe nei primi anni (si è parlato dei primi tre) il licenziamento per motivi economici indennizzando adeguatamente il lavoratore, a quanto pare poi sono previste maggiori misure per gli ammortizzatori sociali e per le classi deboli.