Renzi è in difficoltà, spaesato da coloro che avrebbero dovuto essere pilastri su cui appoggiarsi e lui essere “come un nano sulle spalle di giganti”, volendo utilizzare paragoni filosoficamente aulici: da una parte Bersani e D’Alema, dall’altra Berlusconi, che sfodera ancora una volta l’ambiguo “Patto del Nazareno” e gli impone di procedere con le riforme che hanno “maggiore urgenza”, come quella elettorale e quella sulla giustizia.
S’è fatto nemiche anche le Regioni, minacciose per i tagli alla sanità, con la polizia pronta ad agire, in piè di guerra, e scendere in sciopero e i sindacati che aspettano solo il momento giusto. Se poi aggiungiamo anche il giudizio di Bce, perennemente negativo, quasi a prenderci in giro, con l’ormai ridondante “Italia sempre peggio”, il pacchetto è fatto e sicuramente non è composto da riforme.
Ma d’altra parte non gli si può dar torto. Il programma che avrebbe dovuto portare “l’Italia a guida d’Europa” è impantanato da tempo ormai e la pausa feriale d’Agosto non ha aiutato a ricaricare le batterie, se non per contrastare i piani previsti.
Dice Luciano Ghelfi del Tg2: “ Innanzi tutto c’è bisogno di un nuovo strumento elettorale, per Renzi significa poterlo usare o quanto meno minacciare di usarlo. Di fronte a una situazione di pantano, si potrebbe anche ragionare su possibili elezioni a inizio dell’anno prossimo. E’ uno scenario che sta in piedi dal punto di vista dei tempi, ma a cui manca una legge elettorale. Andare a votare con il Consultellum sarebbe quantomeno brutto dal punto di vista del messaggio che si manda ai cittadini, perché vorrebbe dire che abbiamo un parlamento che non è nemmeno in grado di riscrivere la legge elettorale”.
Ma Renzi: “State sereni”. Anche Enrico Letta doveva star sereno, a detta del premier.