Secondo l’associazione, che definisce “un bluff” la “spending review” del governo, “non c’è stato nessun taglio tangibile al bilancio statale. Anzi, la macchina pubblica costa sempre di più. La spesa dello Stato nei primi 5 mesi del 2014 è aumentata di quasi 25 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013 - sottolinea Unimpresa - con una crescita del 13,63%. Nello stesso arco temporale, le entrate dello Stato sono cresciute di 248 milioni in salita dello 0,16%. Un trend in atto da tempo: tra il 2012 e il 2013 le uscite dello Stato sono aumentate di 38,5 miliardi (+7,56%) nonostante le entrate siano salite di 11,8 miliardi (+2,61%)”. L’aumento delle uscite, continua lo studio dell’associazione, “ha inevitabilmente allargato il ‘buco’ nei conti, passato dai 1.944,2 miliardi di gennaio 2012 ai 2.166,3 miliardi di maggio scorso. Nei primi cinque mesi dello scorso anno la variazione è stata di 53 miliardi, pari a oltre 10 miliardi al mese; tendenza salita a quasi 15 miliardi al mese nel 2014”.
E dilaga anche la corruzione. Nei primi cinque mesi del 2014 la Guardia di finanza ha denunciato per concussione, corruzione, peculato o abuso d’ufficio 1.435 persone, 126 delle quali sono state arrestate. Nel solo settore degli appalti, le indagini delle Fiamme Gialle hanno portato alla denuncia di 400 persone, per un valore di gare irregolari di oltre 1,2 miliardi. I dati sono stati riferiti dal comando generale della Guardia di Finanza, che ha ricordato come “per combattere la corruzione la repressione è importante, ma non basta. Occorre intervenire anche sul versante della prevenzione, incidendo sull’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e sulla trasparenza dei processi decisionali”.