L’idea originaria che sembrava ormai assodata nel PDL è stata quella di dichiarare il ricorso alle urne come unica alternativa al governo Berlusconi ma ormai, e ci siamo abituati da tempo, pare che in molti dentro al partito del Cavaliere stiano decisamente cambiando idea.
Il dilemma rimane e il fatto che ci siano molti dubbi anche nel Centrosinistra è vero ma meno importante perché Napolitano, correttamente, vorrà sapere cosa pensa quella che era la maggioranza uscita legittimamente dalle urne, poi il partito Democratico potrà fare tattica politica di conseguenza.
Insomma la maggioranza si è fermata ai famosi 308 voti sull’approvazione del rendiconto dello stato, Berlusconi è dimissionario, ma le responsabilità rimangono.
Ma venendo al punto ci si chiede se sia veramente meglio oggi per l’Italia un governo tecnico a guida Monti (l’incarico non è ufficiale ma è ormai assodato) oppure elezioni al massimo a Gennaio.
A favore della prima tesi ci sono tutti quelli che sostengono che un governo tecnico a guida Monti in pochi giorni darebbe fiducia ai mercati, farebbe abbassare lo spread e darebbe una spinta alla borsa già in lenta risalita ed è plausibile, in parte già lo spread è sceso e la borsa si è ripresa, ma poi? I mercati sono molto irrequieti e tutte le leggi dell’ipotetico governo Monti andranno nella migliore delle ipotesi approvate con un voto di fiducia nello stesso Parlamento degli ultimi quattro anni.
Sì, perché chi invoca il governo Monti e in generale un governo tecnico sull’onda dell’indignazione contro i politici tralascia che siamo una repubblica parlamentare e al governo ci possono essere anche quattro burattini manovrati da un mandrake qualsiasi ma alla fine l’ultima parola la dice la politica, la tanto vituperata politica degli ultimi anni, lo STESSO, IDENTICO, Parlamento. Si può ben dire che un “governo tecnico” alla fine può pure esistere sulla carta ma è pur sempre politico.
Questo però in TV si dice poco, si fa passare l’idea che Monti si siede sullo scranno più alto e da il via ad una dittatura agrodolce fatta di lacrime e sangue. Col cavolo!
Cominciano poi a girare i nomi dei possibili ministri e ci sarebbe da dire anche su questo, ma è meglio non perder tempo dietro le voci, troppe, che si inseguono in questi giorni convulsi della crisi.
La seconda ipotesi è quella delle elezioni che piace a Di Pietro, alla Lega e un’ora sì e l’altra no anche a molti del PDL.
Le elezioni significano una campagna elettorale breve con voto a Gennaio con la stessa legge elettorale (Porcellum) e una nuova maggioranza eletta dal popolo. I detrattori sostengono che non ci si possa permettere due mesi di campagna elettorale con il paese sulla soglia del baratro ma è pur vero che le elezioni potrebbero essere ineludibili anche dopo un fallimento del governo tecnico se non è sostenuto da tutti, e allora tanto vale veramente non perdere tempo e andare al voto subito.
D’altra parte è comprensibile che sarebbe una campagna elettorale su toni paradossali, con una vittoria quasi certa del centrosinistra (che però le elezioni non le vuole) e tutta la trafila che comporta l’insediamento di un nuovo governo venuto da una nuova maggioranza eletta, ancora una volta, senza le preferenze.
Poi ci sono le cose non dette… il PD non dice che il governo tecnico gli serve per organizzarsi meglio e avere il tempo di fare le primarie, tempo che non avrebbe andando a votare subito. Che Di Pietro, forte dei sondaggi di ora vuole andare a votare mentre a Renzi un po’ più di tempo farebbe comodo.
Il PDL non dice che le elezioni subito preserverebbero il rapporto con la Lega, sfrutterebbero le divisioni fresche nel PD e potrebbero assicurare ad alcuni di essere rimessi nelle liste bloccate invece che essere dimenticati se passasse troppo tempo. Quelli invece che non vogliono le elezioni a destra hanno paura della sicura e sonora sconfitta (a maggior ragione senza la potenza elettorale di Berlusconi). La Lega vuole il voto perché sa che in un eventuale governo tecnico sarebbe fuori dai giochi.
E tutti parlano di privilegiare l’interesse del Paese, di rassicurare i mercati e balle varie…
Alla fine la soluzione migliore potrebbe essere anche la via di mezzo, come spesso capita, ovvero andare ad elezioni anticipate con Monti candidato premier, ma fidiamoci di Napolitano non togliamogli le sue prerogative e le ottime azioni svolte fino ad ora.
Il presidente della Repubblica è l’unico sveglio a dispetto delle critiche del passato che lo volevano sonnacchioso, in mezzo a tanti pulcini spauriti appena usciti dall’uovo covato dalla mala politica e ancora invischiati dai loro stessi umori.
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