Il Gp di Spagna corso ieri ha evidenziato, caso mai qualcuno non se ne fosse accorto, il ritardo della Ferrari nell’attuale stagione di Formula 1. A Maranello occorre fare un’attenta analisi di quanto visto perché la stagione è decisamente compromessa già dalla quinta gara della stagione.
La F14T ha dimostrato tutti i suoi limiti, sia dal punto di vista del motore, ingestibile, sia dal punto di vista dell’aerodinamica. La vettura aveva molte difficoltà in uscita di curva, sempre scattosa e nervosa con il posteriore pronto a partire per la tangente.
Il non perfetto equilibrio e la gestione scorbutica della potenza ha portato ad un maggiore degrado degli pneumatici con tutte le difficoltà connesse alla strategia. Se per Alonso si sono scelte le tre soste, cosi non è stato con Raikkonen che nel finale di gara si è ritrovato un ritmo blando che ha permesso alle Mercedes di doppiarlo.
Cosi facendo si è creata anche una polemica interna perchè lo stesso finlandese, al ritorno ai box durante un pit, ha chiesto via radio chi fosse a scegliere le strategie.
Le problematiche in casa Ferrari sono ampie, in primo luogo il motore, in netto ritardo rispetto al Mercedes che, grazie anche alla grande esperienza accumulata dal costruttore tedesco in questo campo sulle vetture stradali, è molto avanti sia nella potenza termica pura, sia nella gestione della parte elettrica.
In secondo luogo l’aerodinamica, per chi se lo fosse dimenticato, resta ancora un fattore importante, basti guardare con quale veemenza Vettel entrava in curva e superava gli avversari che lo precedevano. Il tedesco con le stesse tre soste di Alonso ha recuperato dalla quindicesima alla quarta posizione! Mica poco.
La sconfitta della Ferrari è nata su tutti i fronti, non ci sono scusanti che possono giustificare la prestazione vista a Barcellona.
Ci chiediamo, e forse non solo noi, per quale motivo è stato silurato Aldo Costa oltre due anni orsono per tenere Tombazis, un altro elemento dello staff tecnico della rossa che non è ancora riuscito ad indovinare una macchina. Il regolamento 2014 doveva permettere agli inseguitori della Red Bull di sovvertire la gerarchia della F1, ma in casa Ferrari il passo indietro è deciso e inconcepibile.
Chi comanda dovrebbe assumersi l’arduo compito di invertire questa tendenza ingaggiando tecnici di primo livello, e non gli scarti degli altri, perché avere due piloti competitivi come Alonso e Raikkonen, ma una macchina che non vale due soldi, non serve a nulla, né per la Ferrari, né per l’Italia, né per la F1.