Magazine Cinema
La trama (con parole mie): siamo ad Erin Island, al largo delle coste irlandesi, uno di quei luoghi dell'Isola di smeraldo equamente diviso tra pescatori e bevitori, tranquilla e priva di qualsiasi interesse per i poliziotti locali, due soltanto.Quando uno dei suddetti decide di partire per una vacanza, una giovane agente di Dublino viene convocata per sostituirlo, trovandosi di fronte O'Shea, collega dedito all'alcool ancora scottato dal matrimonio naufragato: per lei si prospettano quindici giorni da incubo a tenere a bada il collega ubriacone e poco altro, quando l'incredibile avviene.Dallo spazio - o da chissà dove altro - giunge una razza di strane creature assetate di sangue ed acqua che i locali scopriranno poter scacciare solo grazie all'utilizzo massiccio di alcool.Riuscirà Lisa - questo il nome dell'agente "in visita" - a sopravvivere, debellare la minaccia ed affrontare O'Shea?
Se non fosse passato su questi schermi un paio di mesi fa La parte degli angeli, avrei senza dubbio pensato che questo film fosse stato creato per fare piacere al sottoscritto: quando, infatti, revival anni ottanta, un pò di sano horror vintage e fiumi di alcool vengono mescolati, difficilmente qui al Saloon si griderà allo scandalo portando mano alle bottiglie.
Grabbers, rimbalzato in rete e segnalato da numerosi colleghi di un certo livello - cito Frank Manila e Bradipo in quanto responsabili della curiosità suscitata nel vecchio Ford per questa piccola chicca irlandese - è un prodotto che, con tutte le sue imperfezioni ed un'identità che si perde un pò tra il gusto per i mostri tipico del Cinema di genere sviluppatosi tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli ottanta - Critters, Tremors, Gremlins sono esempi illuminanti di questo filone - e l'approccio da commedia tipico di Edgar Wright, riesce comunque a portare a casa un ottimo risultato sia a livello di intrattenimento che per quanto riguarda ritmo ed effetti, senza contare il fatto di aver azzeccato dei mostri giustamente kitsch ed affascinanti e l'idea strepitosa di trasformare la lotta degli abitanti di Erin Island in una sorta di crociata che mostri il lato positivo dell'essere irlandesi - e quindi tra le popolazioni con il tasso alcolico medio più alto d'Europa, e parlo per esperienza dato che quello nell'Isola di smeraldo è ancora oggi uno dei viaggi che ho più amato compiuti nella mia vita - ponendo i tentacolari alieni sotto scacco proprio grazie agli squilibri da sbronza presenti nel sangue, prelibatezza alla quale questi Grabbers paiono non poter proprio rinunciare.
Interessante anche la caratterizzazione degli stessi mostri, pensati come una sorta di colonia guidata da un maschio dominante - e decisamente ingombrante - che cerca l'accoppiamento con femmine dai fluidi in grado di calamitare l'attenzione del suddetto alfa del branco ed una marea di piccoli mostrini pronti come se niente fosse ad aggredire il primo malcapitato capitato a tiro.
Per il resto, la struttura risulta abbastanza canonica rispetto ai clichè di genere - arrivo dei mostri, prime vittime, attacchi letali che avvengono senza rivelare la fisicità degli alieni predatori, organizzazione delle forze umane, resistenza e contrattacco vincente conclusivo -, eppure quasi tutto funziona, e l'idea dell'assedio del pub risulta vincente quanto basta per consolidare un risultato invidiabile considerata quella che è la media delle produzioni orrorifiche attuali, fresco ed in grado di soddisfare le esigenze del pubblico più stagionato - che apprezzerà il citazionismo ed una forma di racconto conosciuta e ben sfruttata - così come quello più giovane, al quale parrà di assistere a qualcosa di diverso da quello che è, di fatto, il panorama attuale nell'ambito "mostri ed affini".
Grabbers si qualifica dunque come una proposta pane e salame di quelle approvate dal Saloon per le serate da weekend di grande relax, e trova la sua ideale posizione accompagnato da divano, patatine e robuste dosi di whisky o birra - o entrambi, se avete voglia di mescolarli bukowskianamente -, con un occhio ai titoli che hanno formato l'infanzia della nostra generazione ed un altro a come quella dei nostri figli potrebbe prendere questi strampalati manifesti del grottesco che non dimenticano mai il valore dell'innocenza e della meraviglia.
Un pò come il buon Cinema, che corre parallelo al whisky: invecchiando tende a migliorare.
E Grabbers è un pò come la sua "parte degli angeli", che possiamo inspirare profondamente godendocela dal primo all'ultimo istante.
MrFord
"Mush-a ring dum-a do dum-a dawhack for my daddy-o. Whack for my daddy-othere's whiskey in the jarI counted out his money and it made a pretty penny
I put it in me pocket and I took it home to Jennyshe sighed and she swore that she never would deceive mebut the devil take the women for they never can be easy."The Dubliners - "Whiskey in the jar" -
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