GRAFFITI E GRAFFIATI... Il tridente di Prandelli

Creato il 06 agosto 2010 da Calcisulcalcio



Cassano, Balotelli, Gilardino? Potrebbe essere un tridente nell'Italia di Prandelli, il nuovo ct azzurro, può contare comunque su un altro tridente, Baggio, Rivera, Sacchi.
Roberto Baggio presidente del settore tecnico, Gianni Rivera presidente del settore scolastico e Arrigo Sacchi responsabile delle nazionali giovanili e coordinatore delle Under.
Baggio: Il campione di Caldogno (Pallone d'oro nel 1993) ha giocato in diversi club di altissimo livello e squadre più "piccole", ma non è mai stato accostato dai tifosi ad un colore in particolare, ( se non alla Fiorentina, all'inizio della sua carriera). Per tutti è rimasto il "Divin Codino"e dopo qualche difficoltà, soprattutto nelle prime fasi del Mondiale '94, ha fatto grande anche la Nazionale, portandola fino alla sfortunata finale col Brasile.Peccato per quel rigore sbagliato... Rivera: Gianni Rivera il Pallone d'oro l'ha vinto nel 1969, primo italiano a meritarsi l'ambito trofeo. Ed anche lui ha avuto i suoi soprannomi. "Abatino" il più famoso di tutti, affibiatogli da Gianni Brera per il tono di voce sommesso e l'aria da seminarista degli esordi. Ci mise ben poco a diventare il "Golden boy", Rivera è stato nel calcio italiano uno dei più grandi numeri 10 di sempre. Nato ad Alessandria, Rivera ha scritto molte pagine della storia del Milan (dal 1960 al '79, con tre scudetti, due Coppe Campioni, due Coppe delle Coppe e un'Intercontinentale). In Nazionale ebbe più fortuna di Baggio,vincendo l'Europeo nel '68, mentre nel '70 arrivò il k.o. con il Brasile in Messico, dopo quel gol storico in Italia-Germania. Dopo il ritiro, la sua carriera ha visto la carica di la vicepresidenza del Milan fino al 1986. Poi la carriera in politica, con i primi passi nella Dc ed il seggio nel Parlamento europeo del 2005. Sacchi: Arrigo Sacchi, nel calcio giocato è stato un dilettante. Sacchi è arrivato nella sua lunga carriera fino alla direzione tecnica del Real Madrid, partendo dalla sua città natale, Fusignano. Tra gli inizi nelle giovanili del Cesena e i trionfi con il Milan che dominava in Europa e nel Mondo( vinceva Coppe dei Campioni e Coppe Intecontinentali ) gli ingredienti del credo di Sacchi sono sempre gli stessi: ripartenze, pressing, squadra corta, intensità.Il collettivo è importante per Arrigo, non solo i campioni, ne tantomeno i solisti ( dannosi per Sacchi ) Una squadra di calcio deve convivere con lo stress e imparare a perdere, (la "cultura della sconfitta"). La vittoria deve sempre essere accompagnata dal bel gioco e bisogna saper accettare il fatto "che ci può essere chi ha lavorato meglio di noi". Nel suo albo d'oro anche la finale Mondiale con l'Italia: gli albi d'oro di Sacchi però raccontano solo una piccola parte della storia di quest'uomo che più d'ogni altro ha cambiato il calcio negli ultimi decenni. E che ora ci riprova.
di Daniele Coltrinari

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