Analizzando le dinamiche di sviluppo della comunicazione umana, è possibile osservare una sorta di ricorsività storica, che dall’era della pietra, si ricollega direttamente all’età moderna. Dalle prime forme di comunicazione umana riconducibili all’Homo Sapiens, il quale esprimeva le proprie emozioni in un rituale dalla forte componente impulsiva, che lo spingeva alla liberazione dalle sue paure mediante la riproduzione grafica di tutto quanto potesse impegnargli il pensiero. Si tratta di pittogrammi raffiguranti animali, uomini, armi, tutto quanto apparteneva alla quotidianità di questi uomini. I segni erano molto schematizzati, le figure ridotte a forme estremamente semplici e minimali.La comunicazione moderna, ha dovuto fare i conti con millenni di storia, di evoluzioni e scoperte, che hanno spinto l’individuo verso realtà molteplici, ma una costante nella vita dell’uomo è la comunicazione tra simili, come unico baluardo per la sopravvivenza della specie.
Grande responsabilità che la comunicazione deve sostenere oggi e le difficoltà sono molteplici, e gli scogli da aggirare ancor più, primo fra tutti, la comprensione possibile per ogni uomo di cultura, razza o estrazione sociale, e la risposta a questo problema risiede ancora una volta nei pittogrammi.Utile ci torna la definizione che wikipedia: La Pittografia è una forma di scrittura in cui il segno grafico (detto pittogramma) rappresenta la cosa vista e non la cosa udita. In pratica si tenta di riprodurre l'oggetto e non il suono.Se si disegna un "piede" per indicare la parola "piede", il segno viene definito pittogramma.L’inclinazione verso cui si tende oggi è quella di trovare un sistema per comunicare altrettanto rapido, immediato ed intuitivo per tutti, è per questo che segni grafici estremamente semplici, immediatamente riconducibili al reale ed assorbiti dalle masse, rappresentano l’unica risposta per ovviare a questo dilemma.Spesso, però la distinzione non appare così semplice e lineare e ne sono un esempio l’idea di rappresentare un bisogno umano.
Un grazie a Veronica Iannetti con la tesi di laurea dal titolo “Quando un’Icona si trasforma in Brand e quando un Brand si trasforma in Icona”.
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