Due romanzi e una manciata di racconti editi, milletrecentotrentasette post di questo blog, valanghe di agende moleskine con diari personali e cronache di viaggio, un numero impressionante di lettere e email private, nonché infiniti paragrafi di varia natura rimasti a metà. Quattro intere librerie Billy Ikea riempiete e svuotate e ririempite e risvuotate con volumi diversi almeno una decina di volte.
Cosa ne ho ricavato? Tanta competenza in fatto di narrativa, certo, e una buona padronanza lessicale, nonché la capacità di mettere nero su bianco in pochissimi minuti una frase pulita, chiara e con tutte le virgole a posto. Ma anche un dolore cervicale atroce, la schiena un po’ ingobbita e completamente incriccata, i tendini di tutto il corpo che, se solo provo a toccarmi appena sotto le ginocchia con la punta delle dita, mi fanno gridare di dolore come se una strega mi stesse facendo un voodoo conficcandomi migliaia di spilli nei muscoli.
Insomma avrei bisogno di sciogliermi un po’.
Ma non ci riesco a fare stretching sui morbidi, comodissimi ergonomici cuscini creati ad hoc e resi disponibili dall’esclusivo centro “Io Fitness” in cui vado a far finta di allenarmi due/tre sere a settimana. Vedermi così impedito, assalamato, e rigido mi fa causa un terribile imbarazzo, nel luogo pubblico di una sala pesi in cui tutti sembrano essere solidissimi, super slegati, e in perfetta armonia col loro statuario corpo a base di aminoacidi ramificati ed altri integratori gonfiapettorali.
Sogno piuttosto sedute di terapia di allungamento su un lettino, con un’insegnante (con o senza apostrofo) che mi si dedichi senza farmi sentire il protagonista di un episodio di Fantozzi, che mi aiuti a vincere le tensioni muscolari e quelle psicologiche e a prendere maggiore confidenza con parti del corpo che neanche so di avere.
E non potendo certo permettermi i 40-50 euro l’ora una-due volte la settimana necessari per questi trattamenti personalizzati, in conformità col fatto che, vista la disoccupazione crescente, presto ci ritroveremo tutti senza un reddito e riscopriremo la potenza commerciale del baratto, sogno di scambiare le lezioni di stretching con la mia esperienza in fatto di scrittura, e di incontrare magari qualcuno disposto a prendersi cura del mio corpo perché io mi prenda, di rimando, cura della sua mente, raccontandogli le storie che ho letto e amato, trasmettendogli quel po’ di bagaglio culturale che ho acquisito e magari, nel caso ce ne fosse bisogno, insegnandogli/le a mettere insieme una frase di senso compiuto su un social network senza che questa contenga K sostitutive di CH, errori di ortografia o astrusità di senso che ne impediscano la comprensione agli eventuali lettori.
E’ solo un sogno, una fantasia, ma mi piace pensare che si possa, anche senza spendere un soldo, incrociare competenze diverse per riuscire ad allungare tutti i propri orizzonti.