E sconfitta è stata. Come previsto. I Tory sono crollati e con loro anche i Liberaldemocratici. La coalizione al governo perde il 17% mentre i Laburisti guadagnano quasi il 10%. Solo Londra resiste alla deriva ‘rossa’ confermando il sindaco conservatore uscente:
I laburisti hanno conquistato oltre 800 poltrone, ben più delle stime della vigilia, i conservatori ne hanno persi più di 400, con una performance peggiore del previsto e i LibDem sono stati praticamente spazzati via dal risultato elettorale più catastrofico dalla costituzione del partito nel 1988. Il segretario laburista Ed Miliband, rafforzato dal’esito del voto ed esultante pur essendo stato colpito da un uovo a Southampton, ha proclamato che “la battaglia per cambiare la Gran Bretagna comincia da qui”. Tradotto in percentuali nazionali, secondo la Bbc, il Labour ha strappato il 38 per cento del voto davanti al 31 per cento dei Tory e il 16 per cento dei LibDem. Ancora Miliband: “Riprendiamo terreno”.”Sono triste”, ha detto invece il leader e junior partner della coalizione Nick Clegg incassando la batosta. Anche perchè il risultato di oggi, per lui come per Cameron, ha messo in luce l’anomalia di quella alleanza contro natura forgiata per governare il paese dopo che nel maggio 2010 il responso delle urne non aveva assegnato ai Tory una vittoria definitiva.
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Ma emerge anche un crescente distacco della gente dalla politica tradizionale: nelle amministrative britanniche ha votato soltanto il 32 per cento degli aventi diritto, la percentuale più bassa degli ultimi quindici anni.
Chissà se Cameron riuscirà a ‘sopravvivere’ sino al 2015, anno in cui dovrebbero tenersi le prossime legislative.