Magazine Cultura
Pensavo di non farla quest'anno perché con il mio spettacolo L'eretica stavo iniziando un percorso e adesso sono sto realizzando, non è completo, un nuovo progetto. Un giorno sono andata a vedere le prove del laboratorio e alla fine, coinvolta come è sempre stato, ho partecipato a una delle prove e la gioia è grande così come il coinvolgimento che alla fine ho chiesto alle guide Alessandro Argnani, Roberto Cascioli e Giulia Torelli di partecipare.Era anche un periodo che a livello teatrale non facevo niente: dall'anno scorso non ho più replicato L'eretica (ma un giorno lo rifarò) e il progetto nuovo non aveva superato (ancora!) le selezioni del Premio Scenario.Si pensava prima di fare delle opere di Vladimir Majakovskij, ma alla fine, grazie anche a una prova, si è passati allo Tingeltangel di Karl Valentin (Monaco, 1882 - ivi, 1948).
Forse molti di voi non lo conoscono, ma lui è stato uno dei comediografi e cabarettisti più importanti di questo secolo, stimatissimo da persone come Bertolt Brecht che dichiarò: Quando nel chiasso di una qualsiasi birreria di Monaco di Baviera, tra i rumori confusi dei boccali di birra, delle cantanti e delle gambe delle sedie, entrava Karl Valentin con la sua faccia funerea, si aveva immediatamente la netta sensazione che quell'uomo non avrebbe fatto dello spirito. Lui stesso è una battuta di spirito. Quell'uomo è davvero un'autentica freddura. Possiede una comicità del tutto asciutta, interiore, che non ha nulla di particolarmente bonario. Viene messa in chiaro l'inadeguatezza di tutte le cose , compresi noi stessi. Quest'uomo, uno dei personaggi culturalmente più penetranti del nostro secolo, incarna agli occhi della gente semplice la connessione che esiste tra placidità, stupidità e gusto di vivere. Non si capisce perchè non si dovrebbe mettere Karl Valentin sullo stesso piano del grande Chaplin , con il quale ha in comune ben più della quasi totale rinuncia alla mimica ed agli psicologismi a buon mercato....
Alto e magro, già la sua figura pareva surreale e la sua comicità nonsense e dadaista dava un tocco leggero ai testi che lui scriveva e compariva come attore.Infatti nel testo del Tingeltangel il suo nome compariva come personaggio.
Che cos'è il Tingeltangel? Con questo termine si indicavano quelle taverne dove spesso gli attori di quel periodo debuttavano. Erano posti non raccomandabili nelle quali se non attiravi l'attenzione dei clienti, questi ti potevano scaraventare gatti morti e bottiglie. Erano come dei banchi di prova.
Tingeltangel di Rudolf Schlichter, 1919
Il testo parla di uno spettacolo che si sta avviando con il direttore d'orchestra che arriva tardi, Karl Valentin che lo interrompe sempre e musicisti, soubrette e cantanti.Noi abbiamo cercato di seguire il testo senza dimenticare però chi siamo ovvero tirare fuori noi ragazzi con le nostre personalità. Il personaggio di Karl Valentin ce lo siamo divisi noi tra musicisti e coristi e il povero direttore, un incompetente, è stato interrotto e "malmenato" continuamente anche dalla moglie.Io chi ero? La Sirenetta.Può sembrare assurdo, ma ho cantato davvero la prima canzone di Ursula (sì, sto parlando della versione Disney) quella che comincia con: In passato sono stata un po' cattiva, a una strega assomigliavo in verità con voce roca e potente al direttore, sballottolandolo di qua e di là. Ero una furia e ho ricevuto uno degli applausi più forti dello spettacolo.Comunque, tutto lo spettacolo è stato divertente, molto differente da quello dell'anno scorso ovvero dal Woyzeck, e il pubblico si è rallegrato molto.Alla fine sono stata davvero felice di averlo fatto e di aver conosciuto un autore così particolare.
P.S.: Il percorso della non-scuola non è mai lineare però, grazie anche all'intervento di Marco Martinelli, abbiamo deciso, a poco più di una settimana dal debutto, di rincominciare dall'inizio lo spettacolo.
Ecco a voi una foto dello spettacolo. Il fotografo è Stefano Pelloni
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