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Quella che viene considerata dai ricercatori la nuova parte di Muraglia Cinese è lunga circa 100 km, e si estende in una zona di confine dall'accesso limitato nelle regioni meridionali della Mongolia, nella provincia di Ömnögovi.
Questo muro non è nuovo alla scienza e alle popolazioni locali (che lo chiamano "Muro di Genghis Khan"), ma è stato solo nel 2011 che i primi ricercatori stranieri hanno potuto esaminare a fondo l'opera. "Secondo gli ufficiali dell'esercito che si sono occupati di noi, siamo stati i primi stranieri ad essere ammessi nella regione" sostiene William Lindesay, leader della spedizione. "Riteniamo che diversi abitanti locali siano stati nell'area, ma non hanno considerato interessante la struttura".
Secondo la tradizione mongola, il Muro di Genghis Khan venne costruito dal nipote del grande condottiero, Ögedei, per limitare il territorio delle gazzelle selvatiche e favorirne la caccia. Una tecnica ampiamente utilizzata da diverse popolazioni antiche da oltre 5.000 anni, ma che nel caso specifico non sembra fornire la spiegazione più vicina alla realtà.
Ciò che è visibile oggi del Muro di Gengis Khan è una serie di collinette lunga circa 100 chilometri per un'altezza di quasi tre metri, che attraversa una porzione del Deserto del Gobi. Questa regione, tuttavia, è nota per il suo clima estremamente ostile, e pare difficile che, un migliaio di anni fa, branchi numerosi di gazzelle selvatiche potessero sopravvivere in questo ambiente.
"Non c'è alcuna ragione di costruire un muro per intrappolare animali nel Deserto del Gobi" spiega Jack Weatherford, antropologo e storico della Mongolia al Macalester College.
Una sezione del muro è stata eretta utilizzando fango e arbusti del deserto chiamati saxaul, mentre l'altra è composta principalmente da blocchi di roccia vulcanica. In origine, è possibile che il muro sia stato di 2 metri più alto rispetto ad oggi, ma il dato certo è che i blocchi di roccia vulcanica sono stati estratti e lavorati con cura per ottenere forme regolari.
Questo genere di lavorazione della pietra avrebbe richiesto una forza lavoro numerosa e organizzata, ed un sistema di trasporto efficace. Al tempo, la Cina possedeva tutto questo, ma le tribù mongole erano ancora troppo frammentate e tecnicamente meno avanzate per poter concepire una struttura simile.
L' ipotesi formulata dagli archeologi sull'origine del muro è che sia stato edificato tra il 1040 e il 1160 d.C. La datazione al radiocarbonio degli arbusti e delle corde utilizzate per la costruzione sembra confermare questo spazio temporale, suggerendo che fu la dinastia Xia ad occuparsi del muro, continuando la gigantesca opera iniziata dal celebre imperatore Qin Shi Huangdi (lo stesso dell' Esercito di terracotta di Xi'an).
L'idea di una continuazione della Grande Muraglia in questo particolare periodo ha un certo senso: nel 1162, la Mongolia vide nascere Gengis Khan, che circa 30 anni dopo sarebbe diventato un vero e proprio incubo per l'impero cinese. Ma decadi prima della nascita di Temujin, i Mongoli avevano iniziato a crescere sotto l'aspetto della forza militare e dell'organizzazione, creando grandi tribù (in eterno contrasto tra loro) che tendevano a spingersi sempre più a sud, sconfinando in territorio cinese.
"Se ci si immagina il muro come una piattaforma, una specie di 'merlo', forse con spuntoni di legno, che funzionavano come protezione per quelli che stavano sulla cima del muro, a quel punto sarebbe potuta essere una struttura difensiva efficace" spiega Lindesay.
Questo, però, avrebbe richiesto la presenza stabile di personale umano, ma nessuna traccia di stoviglie, spazzatura, armi e oggetti di uso comune è stata trovata durante l'esame dei resti del muro. "Il sistema di mura è incompleto. Non solo mancava la capacità di segnalare la presenza del nemico [con segnali di fumo], ma non era nemmeno in grado di ospitare truppe". "Credo che il muro sia solo a metà della sua costruzione, e che per qualche ragione ci sia stato un ripensamento nel collocare l'opera in questo punto" sostiene Lindesay.
Il muro di Gengis Khan, quindi, altro non sarebbe che il prolungamento della Grande Muraglia Cinese. Fu più che altro un tentativo di prolungamento fallito, dato che alcune sezioni del muro oggi osservabili non sembrano essere idonee ad ospitare i guardiani del confine.
Per quale motivo il muro non venne portato a termine? L'ipotesi più probabile è legata alla natura spietata del Deserto del Gobi: escursione termica di circa 80 gradi centigradi (da 30-40°C di giorno a -40°C di notte), vegetazione per lo più assente, pochi animali, principalmente serpenti e roditori; senza contare le innumerevoli leggende che circolavano su questo paesaggio così alieno (non bisogna sottovalutare la superstizione, aspetto determinande in molte questioni quotidiane di un cinese del tempo).
Nessun sano di mente andrebbe volontariamente a vivere nel deserto del Gobi, che si tratti di costruire un muro o di respingere orde di Mongoli. Le ragioni dietro l'abbandono del prolungamento della Muraglia non sono tuttavia ancora certe, e saranno necessari ulteriori scavi e ricerche per determinare gli aspetti ancora più oscuri di quest'opera così affascinante.
Uno di questi aspetti sarà la verifica della reale "tenuta" della Grande Muraglia. E' ormai noto che non fosse un'opera inespugnabile, tanto che i suoi punti deboli primari, i portoni che consentivano il transito dall'impero cinese al territorio "barbaro", diventavano spesso punti di accesso facilmente superabili dalle bellicose tribù mongole.
E' possibile che la dinastia Xia, accortasi che il problema del transito dei Mongoli non stava nel Gobi, ma nelle falle del perimetro ormai millenario dell'antica Grande Muraglia, abbia deciso di interrompere i lavori di costruzione per dirottare le risorse verso regioni più idonee alla difesa della Cina.
"Azzarderei a dire che questa sia l'opera umana più grande mai realizzata in Mongolia. E' straordinario che non sia mai stata analizzata a fondo".
"Lost" Great Wall of China Segment Found?
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