Foto dall’alto, marmorata 70
Cielo scuro sopra Milano mentre un semaforo dopo l’altro agguantiamo l’autostrada.
Siamo una doppia-coppia, inaudito per un’uscita di pesca importante come l’Apertura della Stagione di Pesca alla Trota! Eppure Francis ed io abbiamo portato le nostre groupies, come tutte le migliori fucking rockstar, noi Anonimi abbiamo “le tipe” al seguito anche quando nevica e si va a pescare.
Arriviamo a Varallo braccati dai morsi della fame, piove e nevischia insieme, decidiamo di regalarci un pranzo sontuoso prima di fare “scouting” lungo il fiume. Risaliamo la valle ed il nevischio si fa neve. Cade tanta neve dal cielo, c’è neve tutto intorno, sempre più alta ai bordi della strada, curva dopo curva.
Neve forte il sabato in alta valle!
Il Ristorante dei Pescatori di Piode ci accoglie, caldo e confortevole. Inizia una danza di piaceri gastronomici, ottimi piatti accompagnati da divino rosso della cantina Coste della Sesia, poi dolci ipercalorici e grappa di pere. Siamo assonnati ed alticci, fuori nevica in modo imbarazzante per chi come me non monta gomme da neve. Ma il dovere ci chiama, non c’è apertura che non sia preceduta da un attento sopralluogo delle zone di pesca.
Spritz pre-apertura!
Roba da pro!
Torniamo in bassa valle e ci affacciamo al fiume in diversi punti… E’ una pura formalità, l’acqua è scura nella poca luce e la neve che vola e cade sull’acqua non aiuta a scorgere sagome sott’acqua. Andiamo di qua e di là fino all’imbrunire ma non vediamo una pinna. Eppure io sono entusiasta di livello e colore dell’acqua e continuo a ripeterlo.
Scarichiamo attrezzatura alla nostra locanda e parcheggiamo mentre il campanile di Varallo suona sei rintocchi. Scendo dall’auto e, come dei fottutissimi agenti della Cia, parcheggiano e scendono dalle loro auto Fabio Fusari e Matteo. L’appuntamento era “ci vediamo in serata a Varallo”, ed invece siamo perfettamente all’unisono a stringerci le mani sul Ponte Antonini sopra il Mastallone.
Matte è un “Official Friend” di Anonima da molto tempo, Fabio è un nostro lettore, pescatore di lunga esperienza, conosciuto on-line ed ora di persona, lui è alla sua prima stagione in Sesia.
Prendiamo possesso delle stanze, ad ognuno la sua ma tutte sullo stesso piano, appuntamento alle 19.15 per l’aperitivo!
Ora Marta ed io siamo soli in stanza. Momento per delle effusioni bollenti? Non scherziamo! Domani c’è l’Apertura! Passo in rassegna per la millesima volta le esche, già pronte nel giubbino, questa volta mi riesce di scartarne molte ed alleggerire le scatole rendendole più funzionali! Lego anche i finali e preparo la sedia con i vestiti. E’ tutto pronto con precisione maniacale. Chiudiamo la porta della stanza alle spalle e con due passi siamo tutti al bar a festeggiare con giri di birra. Io temo di sfidare l’ira degli dei, ma ripiego sull’analcolico Chinotto Lurisia… l’età gioca brutti scherzi.
Tavolata a cena con anche il giovane Elia Negri ed il sommo maestro e presidente, il Savio.
Le ragazze si divertono un casino, infatti si parla solo di approcci al fiume, aneddoti di catture, attrezzatura ideale per spinning alla trota …
Giro di grappe al bar e questa volta non mi tiro indietro. E’ tradizione!
Appuntamento per tutti alle 5.45 sul ballatoio!
Ore 6.00 ci vediamo sul fiume. Le groupies dormono beate, le recupereremo per pranzo.
Ready to rock and rod! ore 5.50am
E’ buio, nevischio e pioggia rendono più epico l’approccio al fiume, sembriamo dei navy seals pronti all’azione!
Ci dividiamo: Matteo e Fabio pescheranno a salire, Francis ed io andremo a scendere. Elia è già sulla buca, sta già pescando e ci saluta con una bella iridea presa a verme! Maledetto giovane vermaiolo!
Francis in action all’alba!
Camminiamo nel buio sulla neve, non vorrei essere da nessuna altra parte. Le dita ci si congelano ad ogni cambio di esca.
Accucciati nella neve lanciamo su una lama lenta più a valle. Francis ha un rotante argento, scelta saggia per orario e scarsa luce; io vario nervosamente. <Eccola!>
La sua Biomaster si flette in punta, spruzzi rompono la superficie plumbea dell’acqua. La avvicina e con sorpresa vediamo che è una piccola marmoratina! <Evvai Francis! Che figata che un pesce così sia in attività all’apertura! E’ un ottimo segno, lo dicevo io!>
Trota subito libera e ancora pesca. Dopo poco ne allama un’altra piccola che però si libera prima di arrivare a portata di foto.
Le prime luci ci aiutano a scorgere meglio i contorni delle montagne, dei sassi intorno a noi e i disegni della superficie dell’acqua.
Decido di andare più a valle, incaglio e perdo due o tre esche. Sono troppo nervoso. Mi siedo su un sasso e non pesco per due o tre minuti. Respiro con calma l’odore della neve. Godo di essere asciutto mentre la pioggia fine cade intorno. Lego un nuovo finale con cura, scelgo un vibrax 3 oro e mi acquatto come una lince siberiana in agguato sulla riva di una lama.
Lancio, recupero e vedo due trotelle seguire. Rilancio e recupero in modo irregolare… Pam! Eccolo il tremito che dal filo corre alla canna e dalla canna al mio cuore! Presa! Presa anche per me la prima trota di stagione. E’ una fario. Di immissione, si capisce, ma è bella.
Fario all’alba
Ho trovato un punto dove il pesce di semina è abbondante perché radunato in un’ansa della corrente e sono certamente il primo a pescarci.
Una dopo l’altra prendo sette fario e una robusta iridea… sono infervorato, come ubriaco, dopo tanta astinenza ecco finalmente un’orgia di catture!
Sono le 7.20 e raggiunti gli otto pesci presi e rilasciati, smetto. Appoggio la canna nella neve e chiamo Francis. <Frank hai preso? Vieni qui che ti prometto una fario!>
Detto fatto l’Anonimo mi raggiunge e prende la più piccolina di tutte, ma all’apertura ogni cattura si sfoggia con orgoglio!
Francis & a Big Fish!
Lasciamo in pace quest’angolo e ci spostiamo più a valle pescando insieme fianco a fianco, io ho smesso di cercare “trote” e sono passato alla modalità “marmorate”, cioè esche più grandi e recuperi diversi. Intanto ha smesso di piovere ed il sole iniziato a farsi spazio tra fitti nuvoloni grigi. Sembra difficile che possa fare bello nel pomeriggio. Eppure le previsioni danno sole, speriamo per le ragazze…
Paffuta Iridea tra la neve…
Ci uniamo a Matte e Fabio, i gagliardi spinners stanno cappottando, ma hanno slamato un paio di pesci.
Ci spostiamo e questa volta ci dividiamo a due per sponda, sempre Anonima one side, Friends on the other side.
Con lo spuntare del sole spuntano pescatori come funghi! Arrivano da ogni dove! Mentre scendiamo al fiume due signori con canne bolognesi e galleggianti risalgono e ci lasciano il posto. <Avete preso?> chiediamo, <No ma questa è l’apertura non importa! Sono quarant’anni che facciamo l’apertura noi, non possiamo certo mancarla! Per oggi basta, ma va bene così, noi siam contenti>. Che bello! Quanto rispetto. Questo il senso di questo rito. Viva l’apertura!
Iniziamo a lanciare. L’acqua del Sesia ha quei riflessi di verde scuro che mi piacciono tanto. La mia esca sembra una di quelle trotelle di immissione… sono molto fiducioso.
Uno spinner sconosciuto decide che il fiume è corto e piccolo per pescare ad una distanza sensata e viene a mettersi accanto a me.. bah! Tre giovani e sgamati spinners si muovono furtivi nella boscaglia alle nostre spalle e ci precedono, andando a lanciare dove ci stavamo dirigendo noi… Maledetti! Maledetta apertura!
Muovo piano lo shad di gomma sul fondo, è al centro del fiume e lo inizio a vedere… BAM! Sento mangiata, ferro deciso e vedo torcersi un grande pesce grigio nero! Lo stimo tra i 55 e i 60 centimetri. Libera! Inizio una cantilena di improperi e maledizioni!
Ma porca palettina quando mi ricapita all’apertura una mangiata di un pesce così grande? Cazzarola che disastro…
Sono distrutto, mi sembra di non aver sbagliato niente… inoltre l’esca montava un’ancoretta giapponese nuova di pacca. Amen.
Release fario all’alba
Il sole ormai è alto, solo Fabio ha sentito un’altra tocca, ma niente altro.
Mi sposto a monte, lontano da tutti. Pesco a salire con un grande crank palettato e quindi inizio a scendere pescando con shad in gomma armato su amo singolo.
Ci scambiamo dei gesti inequivocabili da lontano. No, non solo quelli di dubbia eleganza… Gesti che dicono: “Andiamo?” “Sì – magnare!”
Eppure c’è un grosso masso che voglio stuzzicare. Ancora qualche lancio ben fatto intorno all’ostacolo prima di andare.
Lancio, tocco il fondo e inizio a far lavorare l’esca come mi piace. Si blocca l’esca e nel dubbio tra fondo o pesce: ferratona!
Se sei incerto e titubante, ferra forte al primo istante! (Disse Combucio quando pescò con l’Anonima Cucchiaino).
Alla ferratona risponde una sorda e potente testata dal buio del fondale, due o tre metri sotto la superficie. Memore di brutte esperienze, consapevole di avere un amo singolo dal profilo sottile, apro velocemente la frizione di quasi un giro e simultaneamente parte una sfuriata di una decina di metri a centro fiume! La frizione del mio Shimano TwinPower 4000 xg jp canta che è un piacere, metallica ed elegante; la potente e leggendaria Bangher Rod nei suoi nove piedi, si flette costando fatica alla lunga trota scura.
Grande trota marmorata a spinning. C&R Apertura 2015
Finita la prima fuga il combattimento si fa più lento, la trota sale e scende la corrente ed io la assecondo guadagnando e perdendo metri di filo.
A Francis e Matteo ho urlato: <C’è!>, la comprensibile pigrizia di chi vuole andare a mangiare ha replicato: <Grande?>; per fomentare la loro reazione esagero, esagero e grido: <E’ enorme!>
Intanto le distanze si sono accorciate, io resto fermo sul grande sasso della riva e non posso né scendere né salire, la trotona, con tutto lo shad fuori bocca e l’amo singolo nel labbro, si contorce e nuota a destra e a sinistra, a valle e a monte… io la seguo con la canna e recupero con delicatezza. Ormai è vicinissima, la mia mano sinistra sgancia il guadino dalla schiena e lo immerge… vicina, vicina, vicina… zzzzzzzzzzz… riparte e si riprende due o tre metri… Francis e Matte si sono quasi ammazzati, neanche Usain Bolt sarebbe arrivato prima! Grandi ragazzi! Sono alle mie spalle sulla riva. <Cosa vuoi che facciamo?> mi chiedono, < Facciamo così: uno a monte e uno a valle con il guadino in mano> parlo e do istruzioni mentre la trota combatte ed ho il cuore in gola, <Se arriva a me, la guadino io; se invece si accosta a riva a monte o a valle, già che ci siete, la guadinate voi! Ok?>. Riguadagnato il filo al pari della lunghezza della canna, la abbatto a monte e questa volta la trota segue la trazione, Matteo aspetta con la grande rete gommata già in acqua… fiato sospeso… Ancora una contorsione… Eccola! E’ dentro! C’è. C’è!
Matte mi passa il guadino, <Grazie ragazzi!>. Taglio il filo e sfilo l’esca dalla cartilagine del labbro. La trota aspetta in acqua nella rete gommata. Ormai docile ma in perfetta salute. I miei amici sono pronti per foto e video del release. E’ un grande momento! Time to remember!
E’ un pesce bellissimo, assolutamente puro e dalla livrea strepitosa. Una grande testona e un corpo tonico e ben pinnato seppur magro, ma in questa stagione che sia magra può starci. La misuriamo in acqua, 50, 60, 65, 70… mah, i 70 li prende a fatica, precisamente fa 69,2 o forse 69,4. Va beh! Ossigeniamo. Prima scodata la tengo. Seconda: libera!
Il release riesce perfettamente. (Clicca sotto e guarda il video! N.d.R.)
Fabio stappa un vino rosso e affetta pane e salame sul tetto della macchina. Brindiamo e facciamo l’aperitivo più goduto che io ricordi!
Matte e Fabio tornano in pesca, io Francis andiamo in trattoria con le fidanzate.
La valle riluce di sole e riflessi sulla candida neve, si sta davvero bene, tanto che mangiamo sulla terrazza della trattoria.
Facciamo ancora una pescata il pomeriggio, ma ormai sono già passati pescatori dappertutto e soprattutto il fiume sale in fretta di almeno dieci centimetri con acqua gelida: la neve si scioglie tutto intorno e l’attività dei pesci si inchioda.
Ad ogni modo non potrei chiedere di più a questa giornata strepitosa. Guidando verso Milano penso tra me che sarà un ricordo prezioso per sempre e ringrazio il fiume, l’Anonima, le fidanzate, gli amici e i maestri e la nostra grande passione per aver reso questo possibile.
Rock’n’Rod
See You Spoon
In Rod We Trust