La speranza va sulle compravendite che nel 2011 hanno registrato uno scatto nel quarto trimestre. In calo invece i prezzi nel 2011, che hanno inciso sicuramente sui rendimenti.
L’incertezza però rimane, soprattutto sul fronte del lavoro, sulla crisi economica attuale e sulla crescita economica; e l’immobile di questa crisi ne risente parecchio, se non ci sono possibilità economiche, diventa difficile ottenere un mutuo, o addirittura si perde il posto di lavoro e quindi il pensiero di comprare casa diventa l’ultimo dei problemi.
Per quanto riguarda le vendite, gli ultimi dati dell’Agenzia del Territorio mostrano un secondo semestre in positivo (+1,4% nel terzo trimestre e +0,6% nell’ultimo contro il -3,6 e il -6,6% rispettivamente nei primi due trimestri 2010); un dato favorevole da un lato, ma dall’altro un dato negativo per gli agenti immobiliari, in quanto un punto che va ad influire positivamente sono le vendite tra privati.
E se parliamo di prezzi? Si può notare che negli ultimi 12 mesi i prezzi non sono calati ma si sono mantenuti praticamente stabili. Sicuramente questa è una delle variabili necessarie per far ripartire il mercato ma in Italia al momento non si ha necessità di vendere. È vero anche che, a causa dell’inflazione, il potere d’acquisto del capitale del mattone diminuisce.
Si vocifera che nel 2012 i prezzi nei grandi centri urbani potranno oscillare tra -2% e 0%, stime riviste al ribasso dalle precedenti -1%/+1%. Una stima che comprende tutto, grandi città, piccoli centri urbani, periferie e centri storici.
Ma la domanda che sorge spontanea è: nel 2012, quali saranno le città migliori per tenuta dei prezzi? Sicuramente Milano e Torino, che resteranno stabili sul fronte quotazioni in un range compreso tra il -1% e il +1%, come anche Firenze. Roma invece, sarà in peggioramento: si prevede un calo dei prezzi tra l’1 e il 3%. Mentre al Sud troviamo i dati più negativi: Bari, Napoli, Palermo. Nelle grandi città del Nord Italia i valori sono scesi del 2,9%, nel Sud del 3,4%. Chi allora può acquistare? Il 78% degli acquisti è l’abitazione principale, il 16,8% punta all’investimento, mentre la casa vacanza non è sicuramente la più ambita (5,2%).
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