Grandi feste di sangue

Creato il 01 aprile 2011 da Tnepd

Cominciò Von Clausewitz, scrivendo il libro che lo rese famoso, dall’ammiccante titolo “L’arte della guerra”. Preceduto tuttavia da Erasmo da Valvasone, con il suo trattato sulla caccia, seguito poi da uno stuolo di emuli moderni che produssero “L’arte di andar per uccelli con vischio”, “L’arte del capanno”, eccetera. Sulle similitudini tra caccia e guerra già molti si sono espressi e ne parleremo in un altro momento. Ora mi aspetto che pubblichino “L’arte di torturare i nemici” e “L’arte di bruciare gli eretici”, anche se, in quest’ultimo caso, degno di nota è il “Malleus maleficarum”.

Un utente anonimo di Santaruina,

http://santaruina.splinder.com/post/24326444?281#cid-64312450

al commento numero 3, ha avanzato la suggestiva ipotesi che la mattanza di arabi attualmente in corso, indipendentemente da chi la compie, sia una specie di offerta al Dio degli Eserciti, quel Geova di cui si parla nel Vecchio Testamento, che è il libro sacro dei guerrafondai ebrei, e di cui ci parlano quei rompiscatole dei suoi Testimoni, conosciuti più per il vizio di suonare i campanelli delle case la domenica mattina, che non per la teologia di cui sono portatori. L’ipotesi che le guerre, che ultimamente implicano soprattutto spargimento di sangue arabo, siano olocausti segreti voluti da un popolo loro tradizionale nemico, merita di essere presa in considerazione, se è vero che i padroni occulti del mondo, quei ricchissimi ebrei che sono rappresentati in primis dai Rothschild e dai Rockefeller, amano anche trastullarsi con cabale e riti misterici e non disdegnano i sacrifici umani. Avendo il potere di farlo, scatenano guerre di qua e di là, prendendo i classici due piccioni con una fava: aumentano i loro profitti ed espletano sacrifici umani in gran quantità. E’ solo una maligna ipotesi, sia chiaro.

Non è un’ipotesi, invece, la mattanza di pecore che si compie in certi periodi dell’anno, sia nell’Europa cattolica, a Pasqua e Natale, sia in medio oriente, durante gli oceanici raduni dei devoti musulmani. M’immagino i tempi delle crociate, durante le pause dei combattimenti: saraceni a macellare pecore da una parte e cristiani a macellare buoi dall’altra, entrambi gli schieramenti devotamente intenti a rimpinzarsi il corpo di cadaveri animali, in attesa di ricominciare a rimpinzarsi l’anima di cadaveri umani. In fondo, cosa avevano di diverso crociati e saraceni? E cos’hanno di diverso la coalizione dei volonterosi francesi e americani in confronto a quella dei ribelli e dei governativi libici? Forse una tecnologia militare superiore, i primi, ma per il resto sono assassini uguali. Di pecore e cammelli, oltre che – di passaggio – civili umani inermi.

Quando sui giornali nostrani si parla di macellazione islamica (e mai di quella ebraica, che è del tutto simile), si scatenano discussioni incentrate sul razzismo. I sinistroidi e i cattolici accusano coloro che si oppongono alla macellazione islamica in Italia di essere poco o nulla ospitali verso gli stranieri, se non addirittura razzisti. Gli altri, quelli che ravvisano una violazione delle nostre leggi in materia di macellazione indolore (?) del bestiame, accusano laici e cattolici di calarsi le braghe e di concedere ai musulmani privilegi forieri di ulteriori concessioni, fino a quando a comandare, in Italia, saranno loro e c’imporranno la Sharia, legge coranica piuttosto indigesta per noi figli dell’Illuminismo. Capofila di tale pensiero, l’indimenticabile Oriana Fallaci.

Come già accennato, delle uccisioni di animali fatte dagli ebrei ortodossi residenti in Italia non si parla mai. Anche loro dovrebbero rispettare le nostre leggi, che prevedono lo stordimento preventivo dell’animale, ma non lo fanno per antica deroga sempre dalle nostre leggi concessa. Ora che ci stiamo avviando, se già non lo siamo da un pezzo, verso una società multietnica, problemi di convivenza di questo genere ne sorgeranno sempre più spesso. Da tenere d’occhio sono soprattutto i cinesi, le cui abitudini alimentari sono decisamente aliene rispetto alle nostre, perché se gli arabi mangiano pecore e capre esattamente come noi italiani, i cinesi mangiano anche cani e gatti che sono da parecchi secoli nostri animali sinantropi. Non dico amici o familiari, benché per molti lo siano, dato che legalmente non hanno ancora raggiunto lo status di persone dotate di diritti paragonabili a quelli che in teoria abbiamo noi. Si spera che ciò avvenga al più presto, ma con la presenza massiccia di cinesi che pretendono di mangiarsi cani e gatti, la strada da percorrere per far entrare Fido e Fufi sotto la protezione delle leggi, si allungherà.

L’ultimo caso di questo tipo, che vede per protagonista involontario un cinese, è descritto qui:

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=143634&sez=NORDEST

Per me, cinesi, arabi o italiani, sempre di assassini stiamo parlando. E se crociati e saraceni si scannavano in nome dei rispettivi Dei, cinesi, arabi e italiani scannano gli animali in nome del Dio Ventre, che a quanto sembra non corre alcun rischio di calo di vocazioni. Anzi.


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