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Grandi navi a Venezia, i pro: “Chi perderà il lavoro venga assunto dal Comune”

Creato il 12 giugno 2013 da Dreamblog @Dreamblog

Parla il presidente del comitato Cruise Venice, che in una lettera al sindaco spiega le sue ragioni e invita a non agire in base ad un “problema estetico”

Grandi navi a Venezia, i pro: “Chi perderà il lavoro venga assunto dal Comune”Continua il dibattito sulle grandi navi in laguna, ma, dopo la protesta di domenica, gli scontri al porto e il blocco al canale della Giudecca, questa volta a prendere parola è lo schieramento dei “pro”, ben rappresentato da Massimo Bernardo, presidente del comitato Cruise Venice. In una lettera aperta al sindaco Giorgio Orsoni, Bernardo, anche in vista dell’incontro di giovedì con il ministro Lupi, spiega le ragioni per cui, a suo parere, gli enormi natanti da crociera debbano restare a Venezia. Ma non è tutto: con una dichiarazione che non mancherà di suscitare forti polemiche il presidente di Cruise ha chiesto al primo cittadino che, nel caso le grandi navi vengano effettivamente “cacciate” dal centro storico, tutti i lavoratori che dovessero ritrovarsi senza impiego vengano assunti dal Comune stesso come forma “risarcimento”.

LA LETTERA – Nella missiva per Orsoni si spiega come “Il decreto Clini/Passera che limita il tonnellaggio delle navi a 40mila tonnellate di stazza è un provvedimento non solo illogico ma anche negativo perché le navi crociera sotto le 40mila tonnellate sono le navi più vecchie, quindi più impattanti perché di maggiore pescaggio e con carene spigolate, ma anche più inquinanti per i combustibili usati e per la combustione prodotta da macchinari obsoleti”. Bernardo valuta poi l’ipotesi del trasferimento: “Il trasferimento proposto delle grandi navi crociera a Marghera significa allontanare definitivamente tale traffico dal nostro scalo, che è l’unico traffico portuale che oggi funziona a Venezia e in Italia; la perdita di tali navi, di cui Venezia è home port e su cui gravitano oggi circa seimila lavoratori, vuol dire perdita secca per l’Italia, gli armatori infatti pensano di trasferire il ruolo di home port da Venezia ai porti di Pireo o Istambul, di certo non Trieste, Ancona, Bari, il danno economico diretto ed indiretto su base annua è di circa un miliardo di euro”.

ESTETICA E CENTRI SOCIALI – Stando alla lettera di Bernardo sarebbe “ben noto e da tutti dichiarato che il problema è essenzialmente estetico, anche perché dal punto di vista tecnico la locale capitaneria di porto, che è soggetto super partes, ha emesso dal 1977 a oggi una serie di ordinanze che disciplinano il servizio portuale in modo tale da garantire la massima sicurezza e la tutela dell’ambiente”. Per Cruise Venice le scelte della Giunta e del consiglio comunale, così come “le azioni denigratorie di uno sparuto gruppo di perditempo che fanno riferimento ai centri sociali ed ai no global” rischiano di “portare gli armatori ad abbandonare il porto di Venezia compromettendo il posto di lavoro dei 6.000 lavoratori citati, in stragrande maggioranza giovani”. Tanto più che, secondo l’opinione di Bernardo, simili proteste trovano “scarso seguito da parte della cittadinanza che progressivamente ha preso coscienza del problema”.

GARANZIA COMUNALE – Il vero punto forte della lettera, però, risulta essere la conclusione. Bernardo infatti, dopo aver espresso le sue ragioni, ritiene “evidente” che nel caso in cui le previsioni del gruppo Cruise dovessero rivelarsi veritiere, “il personale che dovesse restare senza lavoro dovrebbe trovare fin d’ora l’impegno del sindaco a garantire l’occupazione presso il Comune di Venezia o presso le numerose società del Comune, come Actv, Avm, Veritas e Casinò”. Insomma, chi perde lavoro deve venire assunto dal sindaco, “anche tenuto ben conto del grave e lungo periodo di crisi generale che interessa al presente la nostra realtà territoriale e non solo”. La lettera del comitato si chiude con la richiesta di una garanzia formale da parte del primo cittadino proprio in questo senso, garanzia che il presidente Bernardo spererebbe di ricevere già domani durante l’incontro del sindaco con il ministro Lupi.

Fonte: VeneziaToday

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