“Noi sismologi abbiamo fatto tutto il possibile e l’impossibile per indicare l’alta pericolosità sismica dell’Abruzzo”. Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) all’epoca del sisma aquilano del 2009, ha commentato così la sua assoluzione in appello nell’ambito del processo alla commissione Grandi rischi.
“Abbiamo perseguito tutte le strade possibili – ha aggiunto – fino a ottenere una mappa di pericolosità sismica su scala nazionale. Uno strumento pubblicato non su riviste scientifiche, ma sulla Gazzetta ufficiale”.
Boschi ha ripercorso brevemente le tappe della Commissione. “Ho saputo con esattezza il 30 marzo 2009 alle 19 che l’indomani la Commissione doveva riunirsi all’Aquila – ha ricordato – Io ci sono arrivato preparato insieme a Giulio Selvaggi (ex direttore del Centro nazionale terremoti ndr). Fino al momento di partire siamo stati a preparare le mappe di pericolosità sismica, con tanto di rapporto sulla sicurezza e la distribuzione delle faglie all’Aquila. È questo il compito di un sismologo”.
Boschi ha anche ribadito che la comunicazione è per legge appannaggio della presidenza del Consiglio dei ministri: “C’era una convenzione fra l’Ingv e la Protezione civile per cui la comunicazione veniva affidata alla Protezione civile”.
Più in generale l’ex presidente dell’Ingv ha valutato che “Quando ci sono le vittime a causa di un terremoto la colpa è delle case costruite male e non dell’evento sismico in sé. Bisogna fare prevenzione, bisogna costruire bene le abitazioni per arrivare a fare delle nostre abitazioni un luogo tranquillo dove rifugiarsi, come avviene in Giappone, e non un posto da cui dover scappare”.
fonte Ansa