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Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

Da Vini&terroir

Si possono fare dei grandi vini che tengano nel tempo, utilizzando delle vecchie barriques di diversi passaggi? Io dico di sì, a questo proposito vorrei ricordare cosa ha affermato Madame Francoise, dell’omonima Tonnellerie che poi è una delle più importanti al mondo,” A metà degli anni 70′, le botti nuove non si vendevano più in Francia. Senza la forte richiesta americana la nostra tonnellerie sarebbe chiusa già da un pezzo”

Sono dunque gli Stati Uniti i fautori del rilancio delle botti di legno nuovo, moda che poi ha contagiato anche i paesi vinicoli europei. I vecchi contenitori di legno, usati fino ad allora per invecchiare il vino, vengono accusati di dare cattivi odori al vino ed a poco a poco vengono sostituiti. Ci sono comunque , in Francia, un manipolo di grandissimi vigneron che , al dispetto di mode, si ostinano ad utilizzare i vecchi contenitori; anche in Italia, SpagnaAustria ci sono sempre più estimatori del legno usato. In Francia durante questo reportage svolto dallaRevue du vin de France vengono presi ad esempio quattro vignerons: in Borgogna Thierry Martrot ( Meursault) e Laurent Ponsot (Morey St Denis),  e nella Valle del Rodano Pierre Clape(Cornas) e Emmanuel Raynaud, proprietario del mitico Chateau Rayas che è forse il più longevo tra gli Chateauneuf du Pape.

Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

Vecchi ceppi di Grenache a Chateau Rayas

Iniziamo con lo Chardonnay e la Borgogna.

Thierry Matrot del DOMAINE MATROT

Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

vigneto domaine matrot

Questo Domaine si trova nel villaggio di Meursault e produce vini molto classici, puri ed espressivi già nei loro primi anni e dopo circa 20 anni ci rivelano la loro complessità e potenziale. Qua il legno nuovo è utilizzato solamente per le AOC generiche, sopratutto per rinnovare il parco barriques. Per il resto dei vini vengono utilizzati delle botti di circa una decina d’anni.        ” Ben pulita, la vecchia botte rimane viva, ed offre un bello scambio con l’aria. Il carattere dell’annata è rispettato. Mentre con le botti nuove c’è un marchio di fabbrica in tutti i vini. E’ sottoposto a diverse bruciature ( tostature) non sempre regolari. Di colpo il contenuto ha troppa personalità. Per il neofita botte nuova è uguale a qualità; la paletta aromatica è disponibile subito, è immediata. Purtroppo il legno nuovo uniforma il vino. Queste note “briochate” nei vini bianchi di Borgogna mi lasciano stupito.  Secondo me un vino deve essere un supporto dinamico di un piatto, ed è per questo che ricerco la purezza del terroir senza nessun filtro”

Laurent Ponsot del DOMAINE PONSOT

Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

cantina del domaine ponsot

E’ una delle referenze dell’AOC Morey St Denis. Qua si pratica l’invecchiamento dei vini in botti che variano dai dieci anni ai cinquanta. I vini prodotti hanno una grande purezza d’aromi, con maturità molto elevate ma che rientrano sempre in un concetto d’equilibrio. Forse è dovuto all’utilizzo delle vecchie botti?

Per tradizione in Borgogna si utilizza l’intero ciclo della botte, fino a quando è esausta. Per togliere il gusto molto forte del legno nuovo si utilizzava il sale grosso. La botte vecchia ci regala una porosità media e dunque prendendo meno aria, il vino si ossida più lentamente. Se il vino respira troppo velocemente, si soffoca e muore rapidamente. Guardate cosa succede con i Borgogna bianchi: evolvono troppo velocemente. Il colore, è vero, è più stabile grazie alla barrique nuova. Per me il Borgogna è un vino pallido, complesso; poi per quanto riguarda il tannino del legno non è originale. Abbiamo fatto senza legno nuovo per 2000 anni, perchè ne avremmo bisogno ora? Mi ricordo nel 1983 di avere ascoltato il critico Robert Parker, partigiano del legno nuovo, dire in una cantina della Cote de Nuits, che il vino invecchiato nel legno nuovo valeva mediamente cinque punti di più”

Pierre Clape del DOMAINE AUGUSTE CLAPE

Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

pierre clape

Il Domaine Clape è riconosciuto mondialmente come uno dei migliori produttori di Cornas nella Valle del Rodano. Sono vini dall’accento un pò rustico nella loro giovinezza, ma poi lo Syrah si mitiga e diventa di una eleganza estrema con il passare del tempo. Da Clape hanno sempre utilizzato delle botti vecchie ed hanno reintrodotto il foudre (  grande botte di legno  da 50 a 400 hl).

Il foudre è un contenitore molto facile da pulire. Non si secca quando è vuoto. A condizione di essere molto vigilanti per l’igiene, questo contenitori può contenere lo stesso numero di batteri di una barrique nuova. Per invecchiare un vino la barrique è molto versatile, anche se ci sono troppe differenze tra un tonnelier ed un altro. Purtoppo maschera la pura espressione del terroir. I miei vini possono sembrare un poco rustici, ma se con il legno nuovo abbiamo la sensazione di avere vini più civilizzati, ma non ci sorprendono mai. La vinificazione è riduttiva, la personalità del vino svanisce davanti al lavoro del tonnelier. L’impronta del vigneron e del terroir  si rivelano solo in un secondo tempo. Il foudre può accentuare la parte rustica del vino, ma rimane sempre in aromi molto leggeri. Con il legno vecchio ricerco un compromesso tra rusticità ed eleganza. Trovo molto strano di dover dire di un vino che è tostato quando alla base è solamente un frutto.

E mmanuel Reynaud di CHATEAU RAYAS

Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

chateau rayas

Emmanuel produce uno dei 5 più grandi vini al mondo. Siamo a Chateauneuf du Pape e l’azienda è Chateau Rayas. Oltre a questo grande vino, Emmanuel, produce con il Domaine des Tours altri vini sublimi. Ritornando a Chateau Rayas, qua Emmanuel utilizza solamente dei vecchi foudres e sopratutto dei demi muids, contenitori specifici di circa 450 litri.

Grandi vini in vecchie barriques, è possibile?

cantine di chateau rayas

Il vino ha bisogno di affinarsi, sopratutto la Grenache. Ha bisogno di ossigenarsi molto lentamente in vecchie botti di legno. Io ritrovo adirittura il paesaggio delle mie vigne nel vino. E’ questo quello che ricerco, un cestino di frutta in un terroir. Sono allergico al legno nuovo, anche a quello di tre o quattro anni. E’ una copertura aromatica. Per lottare contro i tannini del legno nuovo, i vignerons sono costretti a concentrare i propri vini. Le aziende giovani hanno la tendenza di produrre vini barricati per farsi notare. A Rayas è tutto il contrario. Noi abbiamo una storia, uno stile. E questo stile noi lo spingiamo nel legno vecchio. Grazie a quest’ultimo otteniamo della finezza e mai della rusticità. Per produrre dei grandi vini bisogna preservare il frutto e pulirlo, ed a questo il foudre da il suo enorme contributo. Apporta della freschezza, il vino si evolve molto lentamente. Il contenuto migliore rimane il demi mud perchè rilascia molta purezza al vino. Non è facile: se non avete la stampa ed i critici che vi sostengono la via del legno vecchio è molto dura. A Rayas non facciamo vini da consumarsi rapidamente, ma vini destinati a durare nel tempo. Fortunatamente abbiamo una clientela che ci è rimasta fedele e che sa aspettare. Noi abbiamo sempre seguito la direzione presa fin dalla prima generazione”.

Aggiungerei ecco cosa può apportare la mentalità e la filosofia di un vigneron allo straordinario terroir, tutto questa operazione porta direttamente ad uno dei più grandi vini del mondo.


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