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Grando duro ogm

Creato il 03 dicembre 2013 da Informasalus @informasalus

grano duro
Grano duro

Nel 1974 la varietà di grano duroSenatore Cappelli”, che fin dal 1850 circa veniva coltivata in Italia, venne irradiata con raggi X nei laboratori del CNEN (Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare, oggi ENEA) da un gruppo di ricercatori di cui faceva parte il professor Scarascia, presidente dell'Accademia delle Scienze di Roma.
I ricercatori furono spinti dal desiderio di provocare una mutazione per conferire al frumento caratteristiche più favorevoli.
Ottennero un grano denominato Cp B144 con fusto più basso, che aveva il vantaggio di non piegarsi sotto l'azione del vento e della pioggia e che quindi era in grado di agevolare le operazioni di raccolta con le mietitrebbiatrici.
Questa variante mutagena di grano duro venne poi incrociata con varietà messicane dando vita alla varietà “Creso” che oggi copre il 90% della produzione totale di grano duro.
Ciò significa che il grano duro della varietà Creso con cui viene prodotta la pasta è un grano che non può essere definito tecnicamente OGM (organismo geneticamente modificato) ma che di fatto lo è, dato che si provocò volontariamente la mutazione genetica con radiazioni ionizzanti e con successive ibridazioni, anche se non è transgenico perché non sono stati introdotti nel genoma i geni di altri organismi.
Alcuni ricercatori ipotizzano pur senza pretesa di certezza scientifica, che il continuo aumento dei casi di intolleranza al glutine e di celiachia (malattia dovuta alla totale incapacità dell'organismo di metabolizzare il glutine), verificatosi proprio a partire dagli anni '70 del Novecento, sia da porre in relazione al consumo massiccio e continuativo di un frumento OGM.
Al di là delle conferme scientifiche che non sappiamo se e quando arriveranno, non dobbiamo dimenticare che questo tipo di grano è stato creato in laboratorio, prodotto e oggi diffusamente commercializzato in violazione della legge n. 283 del 1962, ancora oggi in vigore, nella quale si afferma che «...è vietato vendere sostanze alimentari trattate in modo da variarne la composizione naturale...».
In altre parole «mangiamo una pasta fuorilegge e siamo tutti caduti nel reato di ricettazione...» come afferma provocatoriamente il prof. Luciano Pecchiai, primario patologo emerito dell'Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano e direttore dell'Istituto di Eubiotica Umana.
Come dargli torto?
--> Tratto da 'Mangiar Sano e Naturale con alimenti vegetali e integrali'



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