intervista a Riccardo Paoli*
Un racconto nel racconto, perché questa scelta narrativa per il tuo romanzo?
La forma del racconto del padre al figlio, è frutto di un momento di vita familiare, mi sembrava però anche un buon modo per addolcire un periodo storico da sempre ritenuto buio, sporco e brutale, con gente di città e campagna sempre in cerca di sopravvivere. Tutto questo, con le dovute proporzioni, non è poi così diverso da ora…
Quali sono gli ingredienti di Grano e spade?
Il contesto storico del Medioevo, i campi di grano, le strade di polvere, le difficoltà dei protagonisti e l’amicizia, quella che aiuta a vivere meglio ed a rendere il mondo migliore.
Grano e spade in poche parole?
E’ una storia di amicizia, con personaggi all’apparenza lontani tra loro ma che si scoprono uniti da un comune desiderio: cambiare vita e cambiare i loro destini.
Il tuo è un invito a non perdere l’abitudine all’ascolto, all’oralità, come nel caso del padre di Bri che in una casa senza televisione si mette a raccontare una vicenda verosimile sullo sfondo della storia vera. Sei d’accordo?
Un racconto è un pretesto per fermarsi intorno ad un fuoco, o sotto il sole, per ascoltare l’umanità delle persone che non esistono per i libri di storia e per far volare la fantasia. Puoi vedere un esercito con migliaia di uomini che si spostano, da dietro è solo una gran nuvola di polvere ma davanti ha immense onde di grano mosse dal vento. Ti fermi ad ascoltare il silenzio, a pensare e immaginare.
Grano e spade, perché questo titolo quasi ossimorico?
La vita stessa è un ossìmoro e anche noi lo siamo, due facce della stessa medaglia spesso in forte antitesi tra loro. Il Grano rappresenta la vita (il pane), la spada la morte (a forma di croce), ma possono rappresentare anche la campagna con i suoi contadini e la nobiltà con i suoi cavalieri. E poi a me piacciono questi titoli, un altro mio racconto l’ho intitolato Dipingendo Parole.
Grano e spade in tante parole?
Due città: Firenze e Siena, rivali nel medioevo, la campagna Toscana che le unisce. Un pretesto che fa muovere una guerra. Una storica battaglia vista dalla parte di due giovani scudieri che tengono alto, non troppo a dire il vero, “onore e fama” dei loro cavalieri. Una locanda fuori Siena, l’Oste Senese: con una madre e la giovane figlia, bella come ogni cavaliere può immaginare. Due donne che se forse non cambieranno le sorti della battaglia, cambieranno sicuramente le vite dei due giovani scudieri protagonisti del racconto, che scoprono le tristezze della battaglia e la gioia dell’amore e dell’amicizia.
Davanti ad un bivio esiste una terza via: nascosta, piccola, indecifrabile, ma c’è, va cercata per corrergli incontro, lontano dai luoghi della disperazione, oggi come allora.
Tra storicità, fantasia e apparente leggerezza lo sfondo di Grano e spade è la battaglia di Montaperti.
Cosa significa per te scrivere e pensare che qualcuno leggerà le tue storie?
Scrivere è una forma di silenzio. Quando si scrive si aspetta o si ricorda. Non è triste aspettare o ricordare. Sembra triste ma si è solo un po’ lontani. Questa è una citazione, rielaborata da me, di uno scrittore famoso.
Posso approfittare per far sapere a tutti quelli che mi hanno visto o sentito lontano che stavo scrivendo?
Per quanto riguarda chi legge le mie storie, all’inizio provavo imbarazzo, adesso provo curiosità e vorrei sapere da tutti quali emozioni e sensazioni sono riuscito a trasmettere.
Vorresti dire qualcosa ai possibili lettori di Grano e spade?
Cerchiamo di far respirare le pagine di Grano e spade fuori dagli scaffali delle librerie. All’interno dei fogli che un tempo erano bianchi, chiusi tra parole che formano frasi, ci sono alcuni personaggi che hanno voglia di farsi conoscere ed entrare nei vostri pensieri. Hanno fatto così anche con me, guidandomi dove volevano loro. Se tra strade di polvere e campi di grano possono nascere amicizie, anche tra le pagine di un libro i protagonisti possono andare in cerca di lettori da incontrare…
*Riccardo Paoli è nato a Firenze, città dove vive e lavora. Immagina la scrittura come un pentagramma letterario: una danza di parole lungo un sogno musicale. Grano e spade è il suo primo libro.