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Graphene Flagship ed altri superprogetti europei

Creato il 12 marzo 2013 da Fisiciaroundtheworld

La commissione europea nel  Settimo programma quadro (7° PQ) ha deciso di finanziare dei super-progetti della durata di ben 10 anni incentrati su particolari tematiche. Uno di questi è il cosiddetto Graphene FlagShip. Lo scopo di questo progetto è sviluppare la ricerca sul graphene in vista di possibili applicazioni in vari campi, dall’elettronica alla biologia etc..  In totale la comunità europea finanzierà questo progetto con 1.000 millioni di  euro. In questo video trovate un’accattivante presentazione del progetto:

Sono contento che la comunità europea abbia deciso di finanziare progetti a così lungo respiro, restano però dei dubbi sulla scelta delle tematiche. Nell’ambiente scientifico differenti voci cominciano a farsi sentire contro queste ingenti somme di denaro destinate alla ricerca sul graphene.
Il graphene, “riscoperto” nel 2004 da Geim e Novoselov, grazie all’uso dello scotch, ha subito suscitato un enorme interesse da parte della comunità scientifica. Nonostante ciò negli ultimi 9 anni le uniche applicazioni che sono veramente arrivate alla fase di produzione sono una vernice trasparente, conduttrice ed un rivestimento per le bottiglie di bibite gassate per preservare meglio il sapore.
Nonostante questo un gruppo di pressione molto potente composto da famosi scienziati ed anche premi Nobel, è riuscito a far si che la UE finanziasse il Graphene FlagShip. La cosa che mi sorprende è che alcuni  dei membri del consorzio non abbiano alcuna remora ad ammettere durante i loro seminari che fino adesso il graphene non è servito quasi a niente e che i privati non ci vogliono investire.
Sono conscio che nessuno sia in grado di predire da quale ambito verrà la prossima importante scoperta, mi chiedo però se anche gli scienziati debbano prendersi delle responsabilità quando fanno pressione affinché una così grande quantità di denaro vada in una direzione e non in un’altra.
Fra l’altro buona parte della gente che adesso lavora sul graphene aveva prima lavorato sui nanotubi di carbonio, ed anche in questo caso avevano fatto grandi promesse che non si sono mai avverate.
Ai posteri l’ardua sentenza.



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