“Joaquin Guzman, ‘el Chapo’, ha esportato tonnellate e tonnellate di cocaina verso gli Stati Uniti e verso l’Europa. E in Europa, non solo in Italia, la ‘ndrangheta ha il quasi monopolio dell’importazione di cocaina”. Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, Nicola Gratteri, procuratore della Dda di Reggio Calabria.
Gratteri: “‘El Chapo’ considerava la ‘ndrangheta un partner affidabile”. “I maggiori porti d’Europa, come Amsterdam, Rotterdam, Anversa o anche le coste del nord della Spagna sono appannaggio quasi esclusivo della ‘ndrangheta. C’è anche un bel po’ di camorra interessata soprattutto al traffico dalla Spagna verso l’Italia ma la ‘ndrangheta è ormai leader in questo settore. Lo è perché è molto credibile nel panorama internazionale, perché ha una struttura molto dura, molto rigida, ma anche perché ha tanti soldi. E poi riesce ad avere stabilmente in Sudamerica, soprattutto in Colombia e in Perù, decine e decine di broker che stanno lì per acquistare tonnellate di cocaina”.
“La ‘ndrangheta diversifica gli acquirenti come uno Stato che si diversifica le importazioni di greggio o di gas, non compra azioni solo di una società o di una multinazionale, tiene aperti più canali perché se viene meno uno non si può interrompere il circuito. El Chapo - ha spiegato il magistrato antimafia - considerava i calabresi affidabili perché hanno una grande durezza, più dei colombiani o dei peruviani in genere”.
“E come ho potuto vedere, i messicani sono feroci, fanno la gente a pezzi con la motosega – ha continuato Gratteri -, tagliano la testa di una persona e su quella testa ci cuciono quella di un maiale, o appendono ad un ponte una decina di persone per diversi giorni. Ho visto anche la popolazione inneggiare al terrorismo messicano, perché lì i terroristi, che sono al contempo narcotrafficanti, costruiscono scuole, ospedali, strade, si sostituiscono allo Stato e quindi creano consenso”.
“Negli ultimi anni abbiamo notato che le organizzazioni criminali terroristiche messicane somigliano sempre più alla ‘ndrangheta. Mentre prima i cartelli messicani s’interessavano solo all’acquisto e alla distribuzione della cocaina all’ingrosso – ha osservato ancora Nicola Gratteri - oggi le organizzazioni messicane hanno mutuato dalla ‘ndrangheta il controllo del territorio. Incidono e interferiscono insomma sugli scambi commerciali, sull’economia, sul potere e anche sulla politica e sul sistema elettorale”.