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Gravi dimenticanze

Creato il 05 aprile 2011 da Fredy73 @FedericaRossi5
Lasciamo da parte sto ginocchio per un po' e proseguiamo con quel po' che rimane della mia vita extra-guaio passato.
Oggi (ieri per chi legge) sono uscita dopo due mesi di semi-reclusione (vado solo al lavoro e raramente a fare la spesa), per andare a comprare un regalo al mio amico B. Tra poco, infatti, sarà il suo compleanno. E io, già da un mese prima, ero entrata in fibrillazione per il solito annoso dilemma: e mo' che cavolo gli regalo?
Non basta il fatto che sia un uomo a complicare la scelta del presente. Dovete sapere, infatti, che io e B siamo amici di lunga data. E, con una frequentazione così assidua come la nostra, ci è capitato di regalrci di tutto. Ma proprio di tutto. Un po' come succede tra marito e moglie al ventitreesimo anniversario di matrimonio. Considerato, poi, che non ci manca nulla, che conosciamo i nostri gusti e, soprattutto, che viviamo a Benevento, l'impresa risulta ancora più ardua.
L'idea-regalo perfetta, infatti, mi era anche venuta in mente: volevo comprargli una prima edizione di un qualsiasi testo di letteratura. Oddio, di certo non la Bibbia di Gutenberg che le mie finanze sono quello che sono. Ma, che so, un "Robinson Crusoe" o un "Orgoglio e pregiudizio". O anche qualcosa di più recente o meno conosciuto, purché fosse una prima edizione, magari mangiucchiata dai tarli e con qualche segno di vite passate. Mi ricordavo, infatti, che a Benevento c'era una libreria che si occupava di testi d'epoca. Una sorta di antiquariato del libro. Ma, evidentemente, i tarli, stanchi della solita dieta, devono aver deciso di passare direttamente al negozio e al suo proprietario. Peccato!
Ho allora pensato di ripiegare sul biglietto per qualche opera lirica. Ma a Benevento non si canta più dal lontano 1982. Non parliamo del teatro e della stagione invernale che, tra l'altro si è appena conclusa (o è in fase di conclusione). Inoltre per una persona così impegnata come lui non è possibile regalare qualcosa da consumare in una data precisa. Fuori questione, poi, l'abbigliamento. No, nemmeno borselli, accessori per il lavoro, orologi o oggetti per la casa. La carta della spa me la sono già giocata. E quest'anno la madre mi ha battuta sul tempo riproponendogli il percorso delle acque a Natale.
Con uno sforzo notevole e con pochi passi di autonomia, sono allora andata in giro per il corso cittadino, in cerca di idee e soluzioni valide. Ma la cosa più originale che ho trovato è stata l'ultimo cd di Max Pezzali. Un dramma!
Sarà pure il suo "secondo tempo", ma io vedevo già i titoli di coda di questa mia faticosissima e inutile uscita. Quando il mio sguardo è stato catturato da una borsa. Lo so. Ginocchio o non ginocchio, regalo o non regalo, quando lo sguardo va lì non c'è nulla che si possa fare. Sono entrata, quindi, nel negozio e, per puro caso, ho intravisto qualcosa che ha catturato il mio sguardo. E lì ho avuto la folgorazione. Ho comprato un kit (da me composto) per i viaggi in aereo con borsone d'emergenza (di quelli leggerissimi che puoi ridurre a un fazzolettino da mettere in valigia e riempire con i souvenir al ritorno), porta camicie, porta pantofole, cuscino da aereo, mascherina per la notte, tappi per orecchi ed etichette per valigia. E' vero, il cuscino e la mascherina li ha già, ma facevano parte del set che è allegro, colorato e pure di una buona marca... Ed è sicuramente il regalo ideale per chi trascorre più tempo sull'asfalto, in aereo o su treno che a casa propria.
Sarà che il mio ginocchio ha iniziato ad ululare dal dolore; sarà pure per la gioia di aver trovato qualcosa pensato apposta per lui. Ma mi sono dimenticata della borsa e del motivo per cui ero entrata in quel negozio. Cavoli! E ora come si fa? Quando sarò di nuovo in grado di muovere due passi ci saranno già le luminarie natalizie.
La prossima volta farò shopping on-line!Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.

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