Quali sono le implicazioni che possono scaturire dalle terapie di cura tumorali per una madre interessata da uno stato di gravidanza? In che modo bisogna affrontare la cura per un male simile se la diagnosi arriva in un momento di “dolce attesa”? La tematica molto delicata chiama in gioco le numerose preoccupazioni e paure per una madre che deve, per scelte di vita, costringersi a delle cure che potrebbero o meno gravare sulla salute del nascituro. La scienza da questo punto di vista, però, tende a rassicurare le future mamme chiarendo che alcuni tipi di cancro possono essere curati in gravidanza senza necessariamente definire delle conseguenze di salute per lo sviluppo del feto.
La tesi proviene da alcuni studi di settore presentati al recente congresso dell’ESMO, l’European Society for Medical Oncology di Madrid e che hanno potuto verificare la non presenza di danni certificati per i bambini coinvolti dalle terapie. Una prima ricerca condotta ha previsto l’analisi dello stato di salute di 38 neonati, figli di madri sottoposte a chemioterapia durante la gravidanza; la seconda ricerca, invece, ha riguardato 16 bambini di genitrici esposte a tecniche di radioterapia: in entrambi i casi sia lo sviluppo fisico che quello mentale dei bambini non hanno rilevato particolari problematiche di salute riconducibili ai trattamenti effettuati in periodo di gestazione. Sia per la chemioterapia che per la radioterapia, comunque, il consiglio dei ricercatori è quello di iniziare i trattamenti sin da subito, quando possibile, al fine di evitare un maggior sviluppo del feto e, conseguentemente, dei rischi superiori di andare a “colpire” il bambino.
- Ricerca di: European Society for Medical Oncology
- Conclusione: Chemioterapia e radioterapia in gravidanza non danneggiano lo sviluppo fetale