Congedatosi da Parker, CJ attraversò correndo i corridoi che lo separavano dal laboratorio affidato alla Atlantis. Avere quella notizia dalle stesse labbra di Parker poteva voler significare tante cose, ma sarebbe stato meglio non lasciare nulla al caso, specie gli ultimi appunti che CJ aveva steso in seguito all’attivazione della griglia. Per quanto avesse imparato a fidarsi di quell’uomo, una parte di CJ sapeva che chiunque avrebbe approfittato di alcune informazioni gratis, specie una squadra che poco sapeva di come manutenere i sistemi dei GGA.
Arrivò nel laboratorio mentre Junior sistemava fuori dalla porta dei contenitori trasparenti – CJ ti hanno informato solo ora? Immagino che neanche tu sapessi di questo cambio di piano! – ipotizzò l’ingegnere botanico rientrando nel laboratorio insieme a CJ.
– Junior c’è stato un prob… –
La vista della Miracle, ferma in mezzo al laboratorio che osservava una squadra di tecnici impegnata a smantellare le loro attrezzature raggelò CJ – Buongiorno signor Jennings. – lo salutò la donna con un’espressione trionfante in volto.
CJ la fissò e per un istante provò un senso di nausea, sapeva di essere stato ingannato da quella donna e la soddisfazione su quel volto elegante era la prova che Angela Miracle si considerava vittoriosa – Credo di dover spostare le vostre cose in anticipo, il nuovo direttore della divisione tecnica ha richiesto un laboratorio per i suoi sottoposti. Come sapete, purtroppo al momento non abbiamo molta disponibilità di spazi per il personale. –
– Cosa succede? Perché questi idioti hanno smantellato la postazione di controllo? – chiese Jordan Avraham entrando nel laboratorio con un palmare in mano – Ho perso il collegamento con i GGA! –
La Miracle rimase immobile, aspettando forse una reazione da parte di CJ, ma quando non successe nulla si costrinse ad ammettere – Il breve preavviso è stato un disguido del mio ufficio, mi riterrò personalmente responsabile per qualsiasi danno alle vostre attrezzature. –
Junior sbuffò – Fortunatamente ero qui! Queste piante sono fondamentali per lo sviluppo delle frondose, se voi della Astral non foste così impacciati. – le parole dell’uomo sorpresero CJ: di solito l’ingegnere botanico era accomodante con tutti, riuscendo perfino a farsi piacere dalla Miracle, ma quel giorno Junior non sembrava essere particolarmente bonario, complice forse il fatto che Parker avesse deciso di restare.
– Junior porta le tue piante nella zona di carico della nave cantiere, mi occuperò io del resto. – consigliò CJ, sperando che almeno quel problema si potesse risolvere senza troppi intoppi – Del resto dovevamo andarcene domani. –
– CJ non capisci? Questa varietà deve essere preparata con cura: ibernarla mentre sta sviluppando i boccioli è come tagl… –
CJ lo interruppe facendo notare – Allora sarà meglio che ti occupi tu dei campioni, prima che lo facciano gli uomini della Astral, non credi? – per quanto fossero amici da sempre, quell’uomo riusciva a fissarsi sul proprio lavoro in maniera maniacale, tanto che tutti quelli che avevano lavorato accanto al figlio di Augustus Zachary, l’avevano sempre descritto come un disadattato – Vai ora, ti aiuterò a sistemare tutto, più tardi. –
– Sembra che lei sappia come prendere il dottor Zachary meglio di chiunque altro. – giudicò la Miracle appoggiandosi all’unica scrivania rimasta, la stessa dove Parker aveva lavorato per giorni – Mi chiedo da dove venga questa sicurezza di se: a Seattle pensavo di avere davanti uno come il suo amico, invece mi è capitato lei Cameron. –
CJ si voltò alla donna, entrambi sapevano il perché di quella trovata di spostare tutto e se gli appunti di CJ erano spariti da qualche parte, di certo non erano insieme alla roba che Junior aveva salvaguardato. Avere dalla propria Parker era stato utile, ma una volta passato all’altro schieramento il fisico doveva aver rivelato ogni teoria analizzata in quei giorni – Non mi aspettavo che lei si muovesse così velocemente, cosa ha offerto a Parker? Il doppio dello stipendio e l’ufficio su una stazione spaziale? –
La donna rise scotendo il capo – Gli ho offerto Olympus, non è servito altro e sono sicura che non servirebbe altro neanche per lei, se fosse ancora la persona che ho conosciuto a Seattle: lei è così deciso in quello che vuole da sembrare capace di qualsiasi cosa. – si mise a sedere sulla scrivania, facendo penzolare i piedi sul pavimento, come se comprendesse solo dopo tutto quel tempo che la gravità funzionava a dovere persino in quel lato della stazione.
Rendendosi conto che erano rimasti soli, CJ immaginò a cosa puntasse quella donna, ma di certo lui non avrebbe fatto la scelta di Parker: CJ aveva Ariane e la sua compagna non avrebbe tollerato un tradimento così palese nei confronti dell’azienda che li aveva visti crescere professionalmente – Se crede che non accetterò una proposta di lavoro, per quale motivo ha voluto parlarmi in privato? –
– Curiosità forse. In realtà volevo complimentarmi con lei per il lavoro che ha svolto, non mi capita molto spesso di ammettere che qualcuno sia più in gamba di me, per cui accetti quello che le sto dicendo ora. –
– Angela forse ci sono stati scontri tra di noi, ma so che lei è più che il responsabile di questo settore: senza di lei Mynoff non avrebbe osato tentare un’impresa come Olympus. – ribadì CJ, consapevole che quelle parole fossero vere. Angela Miracle era forse l’unica in tutto il laboratorio a comprendere le reali implicazioni del lavoro di Parker e CJ.
Con un lungo sospiro la donna si costrinse a distogliere lo sguardo – Forse, non pretendo di essere insostituibile e Samuel Parker è un ottimo candidato a prendere il mio posto. – dopo quelle parole, afferrò un blocco di appunti dalla scrivania sfogliandolo con malcelata incuranza.
CJ riconobbe subito i suoi appunti: il quaderno era servito come cassa di risonanza per tutte le prove effettuate sul sistema dei generatori di gravità artificiale, copiando quegli appunti la donna avrebbe potuto replicare il lavoro della Atlantis, spacciandolo per proprio. Mirava soltanto a quello, dannazione!
– Ho trovato questo mentre i traslocatori imballavano la sua roba. – confessò la donna continuando a sfogliare quegli appunti – Credo che sarà meglio che non cada nelle mani sbagliate: c’è abbastanza per strapparvi il brevetto. – quelle parole vennero accompagnate da uno sguardo pacifico, molto diverso da quello che la Miracle aveva sempre riservato a CJ.
– Perché non lo ha sfruttato allora? –
La donna scese dalla scrivania, porgendo a CJ la mano – Perché preferisco avere un consulente che si fidi di me, piuttosto che essere etichettata come la donna che ha distrutto il suo lavoro! –
CJ sfogliò il suo quaderno, certo che non era stato copiato o alterato in qualche modo e fissando la sua presunta peggior nemica le porse la mano – Arrivederci Angela è stato un vero piacere lavorare con lei. –
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