Magazine

Gravity

Creato il 28 gennaio 2014 da Ladri_di_vhs
GRAVITY
Non si tratta di sicuro del miglior film sullo spazio, ma di certo siamo davanti al primo film verosimile ambientato nello spazio. Almeno nelle intenzioni qua è tutto vero. Ci sono solo le stelle, la terra, la tecnologia. L'aria e i cinque sensi. L'essere umano. C'è una eterna fluttuazione che non fa mai girare la testa ma che culla.

GRAVITY
Cuarón è un regista di videogiochi; i lunghi piano sequenza sono i filmati che introducono al capitolo successivo, alla nuova sfida del prossimo livello. Le soggettive sono l'azione; con i continui report sullo stato dell'O2, sulle distanze, sui tempi. Ci sono i checkpoint e la ricerca del tasto giusto e uno sfondo che si muove lento. La musica è presente nella quasi totalità  del film, come nei videogiochi appunto. Non prende mai il sopravvento e sostituisce il silenzio che si presenta però, facendoci esplodere la testa. Quei pochi secondi sono esemplari di come l'assenza di suono in un film possa stordire, solo in questo tipo di film però tale scelta è azzeccata.

GRAVITY
Cercare qualcosa di più di un giro a Gardaland sarebbe un'operazione ingenua e controproducente. Allo spettatore riguardo ai temi alti viene data carta bianca. Le questioni umane servono solo a dare un tocco di fragilità, efficaci nell'economia della storia. Ma non sono il vero obbiettivo di Cuarón che vuole solo terrorizzarci informandoci su quanta aria ci resta.

GRAVITY
Giuseppe Bonafede

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog